Addio?

E con questo fanno due. Lo scrivo solo nel rispetto di quelle tre o quattro persone che leggevano i miei post (includendo una media di due visitatori casuali al giorno). "Anche" Includetemi Fuori muore qui. Le migliaia di parole scritte, cantate, urlate, sospirate e celate interrompono il loro flusso in queste poche righe. Non mi sono stancato di scrivere, non potrei mai. Ho deciso di smetterla con frivolezze e quisquilie. Voler scrivere non significa dover scrivere, e questo avamposto telematico si stava mutando più in un dovere che in un piacere. Sicuramente continuerò chissà dove, ma non qui. E non per chi non sa leggere tra le righe altro che uno stupido ticchettio di tasti.
Non bisogna aver paura degli addii. Un addio rende solo più dolce il momento del ritorno.

"E casomai non vi rivedessi... buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!"
Jim Carrey "The Truman Show"

Tariffa Vs Poesia

Le casse del "Ragano" urlano una qualche canzone degli Oasis. Nella mia testa per adesso non c'è posto per loro, quattro ragazzotti di belle speranze che hanno mantenuto le aspettative fino a un certo punto, ma ancora troppo lontani da quegli altri quattro di Liverpool a cui sono stati paragonati. Un pò di posto l'hanno trovato un gruppo completamente diverso, che di recente allieta i miei viaggi in Metro. Latte e i Suoi Derivati, non saranno da Grammy, ma devo dire che dopo la figura di merda che incosapevoli mi hanno fatto fare l'altro giorno in Metro, li apprezzo ancora di più. "... se la grande collina ancora crescerà. Lei rispose... collina de che???". Fragorosa risata. Silenzio. Sguardi vitrei. Figura di merda.
Ho scritto t'amo senza scatto alla risposta sulla sabbia. Se Franco I e Franco IV (chi cazzo sono? Quelli di "Ho scritto t'amo sulla sabbia" no!? Ignorantoni) dovessero musicare quello che ho appena fatto, uscirebbe una cosa del genere. O magari potrebbe uscirne un film intitolato "Pensavo fosse amore invece era una tariffa". Vabbè il succo è che non ho mai fatto cose del genere per qualcuna, questo è il corteggiamento più assurdo e pazzo che abbia mai portato avanti. Anzi, visto quello che sto facendo, probabilmente non so se si può davvero parlare di corteggiamento per quanto riguarda il passato. Tutte le esperienze passate in confronto ad adesso sembrano tiepide dichiarazioni d'intenti. "Sai, mi piaci, prendi sto fiore". Stavolta è "E' lontano da via Cilea?". Certo però, che ostichezza!
Il caldo si fa insopportabile. Soprattutto subirlo all'ombra di un Pc acceso (ombra metaforica, si crepa d'afa). Questo è tempo di mare, acqua, sabbia, ombrelloni e Cuccioloni. Caffè freddi, crema che credi essere protettiva e poi si scopre abbronzante, asciugamani bagnati e panati. Costumi striminziti, capezzoli in bella vista, occhiali da sole e occhiali che si rivela sòle. Vesciche da svuotare in acqua, e li riconosci subito: sono quelli che sembrano aver perso il pargolo, con le braccia sui fianchi, immobili in acqua. Si fanno sgamare tutti. E con le vesciche io chiuderei. Anche oggi ho fatto un pò schifo.
Se fossi cantante te lo canterei. In quanto pubblicitario, scriverò una brochure.

"Clicca Qui"
Remi Gaillard "Disco Elevator"

Il Fumo Stressa

Ho il cervello in fumo. Non è che sono stressato, intendo proprio "nel fumo". Sono giorni che lavoro sulle sigarette. Ormai la compianta TIM è stata rimpiazzata dalla monolitica Philip Morris. Tra il cane Chester e quella baldracca di Virginia Slim, il mio cervello sta bruciando come un mozzicone di sigaretta. E tutto questo non fa che aumentare i miei rapporti col fumo. Da occasionali a frequenti, fino ad arrivare a oggi, cioè assidui. Non mi fa bene, lo so, tanto al portafogli quanto alla salute (beh, forse alla salute un po' di più). Ma è un vizio, e per giunta piacevole. E si sa, il lupo perde il Tizio ma non il Caio. E il Sempronio? Sto divagando.
Stasera finalmente apre il ciclo dei concerti estivi di Roma. A dir la verità ne ho avuto un primo assaggio con "I Ratti Della Sabina" e "Morgan", ed è stato un primo assaggio veramente gustoso. Ora si comincia sul serio, e stasera alla Festa Dell'Unità in quel di Caracalla mi preparo ad assistere al concerto dei "Modena City Ramblers" (con il gradito supporto dei "Libero Brigantaggio"). E' già la seconda volta per me, ma non mi stancherò di certo di urlare che "... a vent'anni la vita è oltre il ponte! A vent'anni comincia l'amore!". Come non mi stancherò di cantare la loro dolce "Ninnananna", senza chiedermi a chi l'abbiano dedicata, perché nella mia testa quella canzone appartiene a una persona sola.
Sono ancora cotto. Non parlo solo del cuore, ma anche della mia pelle. Sono giorni che giro con una calzamaglia violacea indosso. Ragazzi, non è una calzamaglia, è la mia pelle! Non fa male come dovrebbe, o meglio come al solito. Fa meno male, forse perché stavolta ho avuto la bontà (bontà verso me stesso) di mettermi una crema protettiva (poco). A livello estetico è cambiato poco: sembro il Gabibbo, solo molto meno intelligente.
Cominci col venire al mondo, poi passi la vita cercando di venire ancora.

"Ma tra un giorno da leone e cento da pecora non se ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?"
Massimo Troisi

Lo Sciopero Dei Mezzi Termini

I santi stanno arrivando. Scenderanno sulla nostra terra, con le loro ali di pioggia a coprire il marcio che strangola il mondo. No, non è il trailer del nuovo film di Swarchenegger. Solo non sapevo come cominciare. Ora che ho cominciato, posso andare avanti.
No Compromise. Questa è la regola. Nessun compromesso, neanche quando si lavora. Beh, farsi beccare dal megadirettore nel suo ufficio privato a bere birra è veramente "no compromise".
Oggi lo sciopero dei mezzi ha influito non poco sul mio già precario piano di movimento mattutino. Cioè, già io non mi so regolare quando c'è da muoversi da moto a luogo cercando di rispettare un orario, poi ci metti la Metro A chiusa, niente autobus tram, io a Termini e il lavoro a Piazza Cavour. Si prospetta un quadro non dei migliori. Alle 9.30 di stamattina mi fanno "Prendi un Taxi". L'abbondante percentuale di sangue marchigiano nelle mie vene comincia a ribollire. "Un taxi!? Ma siamo matti! Piuttosto a piedi!". E infatti, i miei sandaletti hanno cominciato a percorrere i viottoli di Roma, cercando riparo da un sole cocente. Sì, perché aggiungi che io sono mezzo (ma anche tre quarti) ustionato per colpa della giornata passata ieri in quel di Terracina. Insomma, per farla breve, in un'ora e mezza riesco ad arrivare in agenzia, molto in ritardo, molto stremato. E adesso sono qua che scrivo. Comincia bene questa settimana.
Comunque nel tragitto, mi è successa una cosa bellissima, difficile da spiegare, bisognava esserci. Mentre camminavo, con l'iPod che suonava nelle mie orecchie "I don't feel like dancing" delle Scissor Sisters, mi si pone davanti una suora. Proprio una suora, che comincia a camminare avanti a me. Ma non normale, aveva un'andatura molto sciolta, un po' danzereccia. Insomma, immaginatevi 'sta suora che si muove un po' come Sister Act e quella musica nella mia testa. Poi aggiungi dei movimenti strani che faceva con le mani. Ecco, e lì dietro immaginate me che rido senza motivo. Sono pazzo?
Il bello del realizzarsi è che più il tempo passa più capisci che manca ancora un pezzo per completarti veramente.

"Non chiederti se sia giusto o sbagliato. Se qualcosa dentro si muove, lascia che si muova insieme a te"
Marvin Gaye "Let's get it on"

L'Anticamera Dei Sogni

Ti senti piccolo. Ti senti piccolo perché stretto in un abbraccio morbido, che non fa male e nel quale non avresti mai pensato di trovarti comodo. Ti senti piccolo perché per te è un po' come tornare bambino, quando cercavi un rifugio lontano da sguardi adulti. E' questa la sensazione che provi, nascosto sotto la reversina della tua coperta, uno spazio minuscolo e indifferente alla maggior parte della persone. Tutta quella gente che vede in un semplice letto solo un semplice letto. Semanticamente ineccepibile, ma non è così. Tu sai che quel letto è la culla di tutti i tuoi pensieri, dei tuoi problemi, delle tue vittorie e delle tue paure; di tutte quelle cose che ti tengono sveglio o che ti lasciano dormire beato. Quel buio e angusto spazio dove si concentrano i tuoi respiri è l'anticamera dei sogni. Tu sei sempre lì, infastidito dal LED rosso di quel televisore, e da tutto il rosso che colora il mondo. Non hai il coraggio di affacciarti di fuori, forse per la paura di perdere quei metri di sonno che hai rosicchiato pian piano. Già, perché la notte tu il sonno lo conquisti. Non ti viene regalato quel sonno, con la vita che durante il giorno ce la mette tutta per toglierti il piacere della notte. Tu non ti arrendi, con pazienza sei lì a scansare tutti i problemi, a trovare loro una soluzione, fino a trovare troppo spesso soltanto un posto dove parcheggiarli. Lotti per dormire. Poi capita che trovi quel coraggio di affacciarti, e lo fai. Scansi con la mano la coperta, metti bene a fuoco. Sono le 7.51. Ha vinto la vita stanotte. Domani avrai la tua rivincita.

Posted at So Quello Che Vuoi

Fra Le Braccia Di Un Angelo

Passi il tuo tempo aspettando una seconda occasione, ma questo non vuol dire che sia andato tutto a puttane una sola volta. Aspetti quella svolta che sistemerà tutto, che ti farà credere che il dolore non esiste. Ma il dolore esiste, e c'è sempre qualche motivo per non sentirsi pienamente felici e per arrivare strisciando alla fine della giornata. Tu provi a distrarti. Cerchi qualcosa che ti liberi da questo tormento, affinchè i ricordi fluiscano dalle tue vene e ti permettano di sentirti leggera. L'unico modo che conosci per trovare un pò di pace in queste sere.
Non riesci più a sopportare come va il mondo. Ovunque ti giri ci sono avvoltoi e amici che ti pugnalano alle spalle, mentre quel temporale sembra non voglia placarsi mai più. Per sentirti al sicuro costruisci muri di bugie, che inventi per la paura di tutto quello che ti manca. Ormai non fa differenza scappare un'ultima volta, vero? E' più facile credere in questa gloriosa tristezza che in una dolce follia, perchè temi di non poterla sopportare.
Ma un giorno cederai a quell'angelo. Quell'angelo che ti porterà via da quella camera fredda e buia e da quell'infinito di cui hai tanta paura. Quell'angelo che ti salverà da quella sporcizia e dal tuo silenzioso sognare. Sarai nelle braccia di un angelo, che ti cullerà sussurrandoti una dolce ninnananna. E troverai quel conforto, perchè ne hai bisogno.

Inspired By "Angel"

Niente Paura

Rieccoci qua. Sempre per lo stesso motivo: noia. O meglio, noia da fancazzismo. A parlare poi di che? Che ne so, fate una domanda. Sì, è finita la scuola/università/circolo ricreativo, siamo tutti contenti. Anche se mi mancheranno tutti i personaggi che hanno affollato quelle aule. No, non li elencherò in maniera sarcastica. Scontato. Meno scontato non parlarne proprio.
Chi sarà più cocciuto dei due? Non lo so, io dalla mia parte ho una sana piccola dose di irresponsabilità e una enorme e forse meno sana dose di... sì, quella cosa là, non fatemi dire che mi vergogno. Mi dispiace, ma voglio provarci. Devo provarci, e stavolta davvero. Perché ho denunciato freddezza e distacco a quei tempi. Ma sono stato così stupido a non accorgermi che quello freddo sono stato proprio io. Maledetta paura.
Stanno per cominciare i saldi. 'Sti cazzi direte voi, non siamo mica in una puntata di Sex & The City. Già, però stavolta ho voglia di fare grandi spese, cambiare un po', rinnovarmi. Avete capito bene, scordatevi il vecchio Simone. Da domani, guepierre e tacchi a spillo. Fashion!
In una partita a scacchi con la morte, vincerei con un due a bastoni. E' incredibile quanto io sia fortunato. Sabato ad esempio, al lavoro è stata una pacchia. Consci del mio potenziale, i colleghi mi hanno praticamente invocato: "Oh Simone dal Gran Deretano, fai sì che nessun camion intralci il nostro cammino di perdizione verso il fancazzismo!". Detto, fatto. Un intera serata ad aspettare merce che non è mai arrivata. Una serata da riempire insomma. Detto, fatto. Tra birra, dolci, patatine e a grande richiesta (dopo tre anni di onorato servizio) anche gelati per tutti. Ma è pur vero che non si può mangiare e fumare per sette ore di seguito. Detto, fatto. Si prendono due pedane, si costruisce una porta rudimentale, si chiama la Sicurezza (una garanzia proprio!) e si mette su una tedesca alla buona, giù in magazzino. Così dopo due ore, sudati e a petto nudo che manco i rumeni, finalmente l'agognata campanella ci manda tutti a casa. Mi sono goduto questo sabato, perché so che per un motivo o nell'altro, probabilmente non ce ne saranno più.
Ogni lasciata è persa. Però se cerchi bene magari la ritrovi.

"O il mio orologio si è fermato, o quest'uomo è morto"
Groucho Marx

Ricordi

Le acque del fiume erano tutt'altro che terse. Narciso stesso avrebbe versato lacrime specchiandosi nella corrente, che riusciva a portarsi dietro tutto fuorché i pensieri che affollavano la mente di quel ragazzo. Camminava a passo lento lungo il sentiero, un po' per stanchezza, un po' per la sua innata pigrizia. Era a pochi metri dalla riva e a vederlo così, a testa bassa, sembrava assorto ad ascoltare il gorgoglio delle piccole onde che increspavano le acque. Sembrava solo. Ma bastava voltare lo sguardo un po' più a destra per vedere tutti i suoi amici, che si agitavano e ridevano. Lui era una macchia lì in mezzo, sporcava con la sua camminata stanca il vigore di quel piccolo gruppo di ragazzotti. Eppure era lì, chissà perché. Forse perché il miglior metodo per dimenticare è non pensare, e dicono che basti fare altro per riuscirci. Lui in quel momento pensava quanto fosse stupido cercare di dimenticare. Pensava alle acque, che erano sempre state lì, ma non si erano mai fermate. Pensava agli amici, che sono tutto quello che un uomo può avere, prima che una donna te li porti via. Pensava a quel sentiero, il ricordo di lunghe passeggiate a parlare per cercare di comprendere, a restare in silenzio per imparare a capirsi. E quel fiume sempre lì, al loro fianco ad annuire. Poi tutto improvvisamente sparì. Tutto in verità restò dov'era, ma nella sua mente non aveva più importanza. Sentiva la mano di lei stringere la sua. Non dovette neanche girare la testa per vederla, gli bastò sentirla per sapere che c'era. Aveva mille domande per la testa, ma evitò di guardarla negli occhi per il timore di trovarci tutte le risposte. Alla fine disse "Dove sei ora?". Gli chiese questo. Glielo chiese sapendo che questo non avrebbe cambiato nulla. Lei non rispose. Ma col suo sguardo avvolse tutto quello che era lì intorno. Lui lo sentì, e come in quei loro silenzi andati, riuscì a capire il senso. In quello stesso momento la sua mano si sciolse in lacrime in quella di lui, e tutto intorno apparve quello che lei aveva lasciato. E che lui sapeva non aveva lasciato affatto.

Ti voglio bene. Ovunque tu sia e non sia.

Dal Genio Di Carlo Colloqui

Continuano a raccontarci favole. E se è vero che "ogni favola è un gioco", qui non è vero che chi l'ha dura la vince. Con questi dello IED non c'è proprio speranza. Dovrebbero scriverlo sul loro sito. Una bella rubrichetta intitolata "Provati". Le impressioni a caldo, quasi tiepido, di chi ha provato il triennio IED e ne è uscito provato. Poi voglio vedere se i trepidanti futuri iscritti, quando andranno a leggere i nostri pareri, avranno ancora voglia di sganciare la modica, e mo' ve la dico, cifra di 7 mila Euro annui, spiccio più spiccio meno. Oggi sono un po' polemico. Non voglio polemizzare, non è stato tutto negativo. Ma deludente sì, per molti. Sarà che invece di indirizzarci al mondo del lavoro, ci hanno dato un piccolo assaggio di come sarà la vita.
Non lo so. E' brutto certe volte non avere parole. Molto brutto e degradante, soprattutto per un copywriter (o presunto tale). Ma peggio ancora è averle, e sapere di non poterle usare. Strozzarle prima che possano far danni, o semplicemente strozzarle per paura di farne ancora. Io di recente mi sento un serial killer di pensieri. A tanti ho chiuso la bocca, morti e sepolti nella mia spaziosa testa (spaziosa perché vuota). Eppure ne conservo i corpi, ancora caldi. E come un improbabile Dr. Franknstein sono pronto a irradiarli d'elettricità per poi gridare "Vivi!", e magari riuscire a infilarli in qualche dove. Tanto per non avere rimorsi.
Non capisco che cazzo vuole. Giuro, mi sono fatto mille domande e risposto ad altrettante. Ma come direbbero i Ratti "Perché sarà ignoranza, ma in fondo a tutte le risposte ho una domanda che mi avanza". Che poi forse la risposta è quella più semplice: è una stronza. Anzi, ne sono sicuro. Se sapevo sarebbe stato così andavo a vendere accendini nel Gargano. Altro che agenzia. Arpia di merda.
Ma parliamo dei Tokyo Hotel. Ma anche no.
Non sono sicuro delle mie certezze.

"La musica fa sempre il proprio dovere, la prendi un secondo si lascia trombare. Poi va con un altro e tu non si sa con chi vai. Però te la godi sapendo che ci tornerai..."
Luciano Ligabue "In pieno Rock 'n Roll"

Mi Butto A Pesce

Un suicidio. Davvero, è come buttarsi all'ammazzatora. E' come andare in un concessionario, comprare un Porsche Cayenne, uscire e dirigersi a 180 Km orari verso un muro di cemento armato fino ai denti, sperando che dall'airbag esca la Ferilli. Sono masochista? Sono all'ultima spiaggia? No, per carità. Sono solo un po'... pazzo! Comunque, in altre circostanze, sarebbe stato spettacolare. Una cosa da far accapponare i capezzoli. Invece, così come stiamo combinati ora, non c'è modo di sapere cosa succederà. Chissà se mi arriverà una ciabatta tra capo e collo. Più probabilmente ci limiteremo a un sorriso. Sarebbe già tanto. Tanto e niente.
Oggi è la settimana IED! Ho preso le ferie. Dovevo. Ho preso le ferie e poi mi chiama il caporeparto e mi fa "Mi faresti il favore di coprire un turno che il tuo collega non c'è". E io "Attaccate e tira forte!". Se, magari. Come al solito, maledetta bontà d'animo, sono andato. Alle mie condizioni (in ritardo di un'ora), ma sono andato. Quindi ciccia, niente riposo neanche 'sta settimana. Ci riconsoliamo con la spettacolare e fantasmagorica festa IED? Non credo.
Pensavo "Sono diventato un po' volgare". Sì, in effetti sono molto diverso da 4-5 anni fa, quando non dicevo una parolaccia. Qualche doppio senso al massimo, ma mi ero ripromesso di non turpiloquiare. Poi invece ho scoperto la potenza evocativa che si cela dietro a un "cazzo" o a un "vaffanculo". Però penso di essermi fatto prendere troppo la mano. Questa non è una critica verso chi ne fa un uso. Ma ad esempio, ho sempre pensato che far ridere con le parolacce sia molto più facile e molto meno nobile. Che gusto c'è a infilare un culo e due tette in una frase per provocare la risata? Non c'è creatività, non c'è ingegno, che gusto c'è? Poi sta anche in chi ride. Io rido delle volgarità, non ne posso fare a meno, anche perché si può coniugare i due mondi, ma ammiro chi riesce a far ridere senza farne uso. I parolieri, chi ti infarcisce di calembeur, o chi ha la gestualità giusta o ancora una lingua tagliente e un pensiero che va oltre. Questa è la differenza tra ridere e sorridere. Tra ridere a crepapelle e sorridere perché nello stesso tempo si prova un certo senso di ammirazione. Sì lo so, so fissato con questa cosa. Ma per me è importante. Tutto il resto è merda. Ecco, visto? Mannaggia!
Il vincente è colui il quale non ha paura di perdere.

"Quando ero piccolo tutti mi chiedevano cosa volevo fare da grande. Gli altri rispondevano: il dottore, il tranviere, l'astronauta. Io dicevo: la testa di cazzo. Sono l'unico che ce l'ha fatta."
Paolo Rossi

La Disciplina Della Terra

Ciao. Mi sono accorto di non aver salutato in tutti questi post. Scrivo cose che qualcuno si prende la briga di leggere e neanche lo saluto. Veramente maleducato da parte mia, chiedo perdono. A parte la mia coscienza sporca, oggi ho voglia di far conoscere al mondo una canzone (che poi magari il mondo conosce già) che secondo me è una delle più belle mai scritte per quanto riguarda testo e musica. La canzone è "Finché la barca va"... no! Stavo scherzando. La canzone è "La disciplina della terra" di Ivano Fossati. La canzone non so, ma è molto più probabile che conosciate l'autore. Uno dei più colti e completi cantautori italiani, scrittore di una miriade di canzoni che nessuno sa; ha scritto per Mina, De Andrè, Patty Pravo, Mia Martini, Mannoia e Anna Oxa ("Un'emozione da poco" è sua). Dicevo, la canzone. Una delle più complete anche a livello di significati. Io ci vedo tutto, che poi per me tutto è poco: c'è l'amore e c'è la vita, cos'altro conta? Ora, per evitare il solito "Copiaeincolla" di cui ho strabusato in passato, mi cimento nel "prosare" codesta canzone, consapevole e rincuorato dal fatto che Ivano non la leggerai mai (e non potrà quindi querelarmi).

La disciplina della Terra sono i padri e i figli, sono i cani che guidano le pecore. La disciplina della Terra sono tutti quei nomi dimenticati sotto la mano sinistra del suonatore. Solo l'amore non va così, irrazionale e irrequieto com'è. A me sembra di essere pagato il giusto in questa vita. In questa vita per vedere, per ascoltare e per inseguire. Ma la vita non va così come vorresti, irrequieta e irrazionale com'è. Questa è la disciplina della terra.
Ma vita mia, tu sei più bella di ieri. Vita che a tutti fai battere il cuore. Ed è questo che mi piace di te, ma non ho le parole per spiegarlo. Non so come dirtelo, ma non so chinare la testa e non la chinerò. E non voglio più aspettare, e non è il caso di aspettare. Mai più. Perché lo sai che la vita non va così come vorresti. Questa è la disciplina della terra.
Me ne stavo qui, sdraiato sul mio letto con i miei occhiali a guardare il soffitto, a innamorarmi dei colori delle cose. Ma a volte desiderare non basta, da così lontano non può bastare. Ora ho un contratto con gli angeli, e ti ritrovo di sicuro vita mia. Non so quando, forse in qualche mese d'agosto accecante o magari in un tempo meno illuso che vuoi tu.
Perché lo sai che la vita non va mai come vorresti. Questa è la disciplina della terra.

"La vita è dolore e la gioia dell'amore è un anestetico."
Cesare Pavese

Una Sosta No?

Sudo. Non il rompicapo giapponese (anche perchè sarebbe da aggiungere mezzo sedere), parlo di secrezione di liquido ipotonico. Oltre al calduccio che va e viene a suo piacimento, più di tutto e tutti è la corsa. Sudore, respiro affannoso, acido lattico a colazione. Però continuo a correre, non mollo. Stringo denti e chiudo gli occhi, anche se quest'ultimo è controproducente. Becco ogni sorta d'ostacoli, sassi, cespugli e l'altro giorno ho preso in pieno una bici. Vabbè, l'importante è non cedere. Tanto si sa che è così. C'è chi insegue e chi viene inseguito. Io ho scelto di inseguire. Ma riuscirò a raggiungere l'inseguita? Speriamo che inciampi e si rompa una gamba.
Stasera c'è l'Italia. Cioè, c'è sempre, sta qui con il suo carico di immondizia (non sta solo nel meridione, è ovunque, solo più nascosta). Comunque, stasera sarà tragedia.
La secchezza nelle fauci durante il bacio. Continuo a fare l'errore di chiedere argomenti su cui disquisire in questo blog. Qualche secondo fa, il mio collega mi propone proprio questo: "La secchezza nelle fauci durante il bacio". Ora, che volete che vi dica, non mi è mai capitato. Cioè, cosa intendeva secondo voi? Che si allappa il palato? Che lingua e lingua fanno scintille? Mah! Non mi è mai capitato di baciarmi per ore e ore. Magari intende quello, le gloriose pomiciate adolescenziali. Vabbè, la cosa non mi tocca, io da ragazzo non pomiciavo. Gestivo già una casa chiusa.

Tre Tigri Contro Tre Tigri

Ragazzi, sono andato in paranoia! Mi sono chiuso come un tossico della parola su una cosa troppo scema: gli scioglilingua! Vi devo scrivere i peggio, assolutamente. Voi direte "Chi te l'ha chiesto?". Quindi siete ancora in tempo a cambiare blog. C'è questo che è molto interessante: BlogSeNonSieteInteressatiAgliScioglilingua. Altrimenti, leggete qui.
  • Tre tozzi di pan secco in tre strette tasche stanno.
  • Ti ci stizzisci? E stizziscitici pure!
  • Ho un campo di lupini da diradare; chi me li diraderà?
  • Prendi questa barca e impegolamela e quando l'avrai impegolata disimpegolamela senza impegolarmi.
  • Treno troppo stretto e troppo stracco stracca troppi storpi e stroppia troppo.
  • Tigre intriga tigre.
  • Pure Pelé partì per il Perù però perì per il puré.

Ce ne sarebbe altri mille, ma penso che possa bastare. Sembro già abbastanza scemo così

"Sono gay, sono come vuoi, oggi sono lui da domani poi se lo vuoi sarò lei, sarò solo lei. Mi dirai come fai, come mai non lo sai cosa sei, sei diverso da noi. Ma che vuoi, sono gay fatti miei, che disturbo ne hai? Quale enorme disagio ne trai?
Daniele Silvestri "Gino e l'Alfetta"

Silenzio In Aula!

Sarà che non li so fare i discorsi. Sarà che sono io a non saper intavolare una discussione seria. Per me parlare è sapere cosa si dice e dire cose che gli altri non sanno. Per me, molto spesso, parlare con qualcuno equivale a scherzarci. "Tu non lo sai fare un discorso serio", mi dicono. Senza che gli passi per l'anticamera del cervello che io non sia assolutamente interessato a fare un discorso serio. Li sento poi i loro discorsi seri. Te ne accorgi subito. Uno dice una cosa, l'altro imposta subito la voce e comincia a dire un mare enorme e sconfinato di ovvietà. Tante, ettolitri. Nei discorsi che sento si dicono sempre le stesse cose, cose che tutti sanno. Quello d'altra parte che annuisce e risponde "Bravo, giusto", mentre la risposta corretta è "Grazie al cazzo". Sempre. Invece no, l'altro comincia anche lui a dire "E' vero, l'acqua calda è più calda dell'acqua fredda, sono d'accordo con te. Siamo proprio in sintonia". Il primo rincalza "Secondo me quando si parla d'acqua, il problema sta a monte". "Bravo, proprio così". Io ci rimango. Ancora di più quando la gente comincia a esprimere le proprie opinioni su qualcosa e le proprie opinioni sono prese pari pari da giornali scandalistici, critiche musicali e/o cinematografiche e cose che hanno detto altri amici di amici che loro rivendono per proprie. Quando si parla, la maggior parte della gente cerca di piacere all'altro interlocutore. Cerca di essere interessante, cerca di darsi un aria. La gente ci crede. Fosse facile vivere di parole, sai che pacchia. Io preferisco il silenzio. Non vi dirò che "Il silenzio vale più di mille parole" o "Capire i silenzi" o ancora "Saper ascoltare quello che si dice in silenzio". Semplicemente mi piace saper stare con persone che non si imbarazzano a stare zitte. Perché non c'è niente di male ogni tanto a non aver niente da dire.

La Parola Ai Giurati

Voglia di gridare. Così, a braccio, senza neanche canovaccio. Gridare cose senza senso invece che cercare di dire sottovoce frasi illuminate e illuminanti. Lo trovo liberante, costruttivo addirittura. Anche perchè io, diciamocelo, le cose giuste al momento giusto non le so proprio dire. Perchè magari quando non devo so esattamente cosa dovrei dire. Nella mia testa sono preciso, puntuale, tagliente e molto, molto ad effetto. Un chirurgo. Invece, nel momento in cui devo liberare la favella per dire anche semplicemente quello che penso (quindi niente di più facile che lasciar cadere le parole dalla testa fino alla bocca cercando di non farle uscire dal naso), mi blocco. Mi blocco proprio, o nel peggiore dei casi comincio a parlare come Tiziano Ferro "Volevo dirti farandara danè!". Sono bravissimo a sparare frasi a cazzo invece. Ah quelle! Guardate: "L'elefante rosa vola sui cieli di ketchup per tessere trame di nuvole a mò di cotton-fioc!". Visto?
A proposito. Ero così preso da altre faccende che dimenticavo la svolta. E' finita. Dopo tre anni di gioie a sfumare e dolori a salire è finita. Non mi va di fare sentimentalismi o parlare di ricordi, incazzature, piaceri e dispiaceri. Soltanto, parafrasando un celebre frase, pure 'st'esperienza se la semo levati dalle palle!
Chi ama davvero sospira al proprio amante quello che vorrebbe urlare al mondo (bella questa, so proprio forte!).

"Il numero è importante, dà peso alle parole per questo tu ogni volta prima pensale da sole e se ci trovi il minimo indizio di violenza ricorda che si eleverà all'ennesima potenza"
Daniele Silvestri "Voglia di gridare"

E Ti Pare?

Ci siamo quasi. E non potevo non intervenire su questo blog. Ve l'aspettavate eh? E ti pare che mo' quel coglionazzo di Simone non si mette a fare dello spirito sull'imminente tesi. E ti pare che non parliamo di come andrà tutto bene o tutto male, sto bene sto male. E ti pare che non dirà come non ce ne frega niente della tesi anzi siamo contenti che è tutto finito, noi giovani virgulti che solo tre anni fa scalpitavamo ansiosi. E ti pare? E infatti.
Oggi sono contento. Va che a me basta veramente poco per farmi felice. Un piccolo gesto e PAM!, la giornata mi si alza di dieci punti percentuali. C'ho il MIBTEL felicità che ha raggiunto picchi storici. Vendi! Vendi! No davvero, son contento, non so bene perché. Cioè, lo so, ma una persona normale non sarebbe poi così contento per una cosa del genere. Vabbè, le solite storie.
Vi voglio raccontare una vera storia, invece. Venite, sedetevi vicino a me. Questa è la storia di uno di noi, nato per caso anche lui in Via... no, un momento. Non questa, intendevo quest'altra. C'era una volta, in un grande prato verde dove crescono speranze che si chiamano ragazzi... no cazzo, mi confondo. Scusate. Non capisco, forse è la fame che quest'assurda dieta forzata mi fa patire. Mi andrebbe proprio la pa-pa-pa-pa-pappa col po-po-po-po-pomodoro!
Quanto mi va di scrivere oggi. E' la felicità! Ma no, è un'altra cosa. Ma non la posso dire qui. Non posso neanche darvi un suggerimento altrimenti il notaio s'incazza. A proposito di un notaio e un giudice: ieri ho visto Morgan dal vivo. Dal vivo e vegeto. E' stata un'esperienza, nessun aggettivo a supporto del sostantivo. Semplicemente un'esperienza (c'ho messo un avverbio per farvi contenti va'!). Che tipo. Una faccia da schiaffi che non smetteresti mai d'ascoltare. La musica poi è stupenda, anche quando si esprime nel massimo della tragicità. Niente da dire. Voto: 9.
Oggi vi faccio sudare. Sentite la brezza che tira oggi a Roma. Fresca come una fetta di cocomero, così fresca che stavo a rischio squaraus ma ho resistito. Stoico, quasi Stojckov. In verità sono completamente guarito, tanto che mi sono permesso di fare la nottata in bianco a vedere un film, giocare e sentire musica a petto nudo in giro per casa. Lo ripeto per ricche e bavose vecchiarde incartapecorite in cerca di un ragazzo da mantenere: "A petto nudo in giro per casa"! Mi faccio schifo da solo.
C'è qualcuno che è arrivato fino qui a leggere? Ma va'? Io sto scrivendo solo per rompere le palle a quei due, tre che ogni tanto danno una letta. Comunque bravi, se siete arrivati fino qui vi voglio bene. Davvero. A una ne voglio un po' più degli altri ma non ve la prendete. Gelosoni!
Se, mo' ti pare vado anche a scrivere l'aforisma. Ma va va!

"E anche la canzone? Ma va va!"
Simone Giambartolomei "Ho scritto abbastanza"

Intestini Tenui

Eccomi servito. Mister "Ultimo Minuto", Signor "Vado di Corsa", Esimio "Mettece 'na Pezza". Sempre di corsa, nei giri finali, a cercare di recuperare un risultato che sembra ormai perso. E non è detto che ci riesca. Ad esempio, proprio ora, alle 3.00 di notte, con dolori lancinanti allo stomaco che mi perseguitano da giorni, invece di finire quello che devo finire a tutti i costi, mi prendo una piccola pausa per sparare cazzate di cui nessuno sentiva il bisogno. Sono proprio stronzo, me lo dico da solo. Però che ci posso fare? Se io non sento la pressione, niente, non mi smuove neanche una quarta di reggiseno.
Da un po' di giorni se ti avvicini al mio stomaco puoi sentire il mare. Il mare d'inverno però, burrascoso e violento. Sembro una teiera in perenne ebollizione, anzi come se avessi ingoiato uno Yorkshire con la tosse. Presente la tempesta al di fuori della tua stanzetta? Oppure il rumore stagnante della lavastoviglie in funzione? Forse quel che ci si avvicina di più è il rumore delle ciabattine di gomma di due innamorati che si infrangono sulle onde che tracciano contorni sulla spiaggia umida. Che modo poetico di parlare dello squaraus!
Frase romantica #32: "Ti amo così tanto che per te laverei la macchina".

"Solo che pensavo quant'è inutile fannenisnade credere di stare bene darendedo de!"
Tiziano Ferro "Non me lo so denfane"

La Vita È Un Giallo

"Tutto molto strano. Molto, troppo strano. Il letto era perfettamente in ordine e tutto lì intorno puzzava di sangue. Puzzava da soffocare, così come l'aria putrida che stagnava nella stanza. Con il mio fazzoletto m'avvicinai al letto. Convinsi stomaco e cervello a tirare via le coperte per scoprire cosa ci fosse sotto. Non fu molta fatica. Lo spettacolo che si presentò era raccapricciante,
direbbe qualche poliziotto ormai in pensione ai suoi nipoti, seduti intorno a lui per sentire qualche storia paurosa. Per me era semplicemente crudeltà umana. Quella che non insegnano, quella che tutti nascondono dietro specchi di dolori infantili e pareti d'amor perduto. Quella crudeltà rinchiusa in noi, in quella gabbia di buonismi e precetti cattolici, che aspetta solo il momento giusto per evadere. Quel giorno, in chissà quale momento, era successo."

Questo è uno stralcio dall'ultimo libro di Andrea Camilleri intitolato "Monta Albano, che te porto a fa' un giro". Io intanto vegeto.
Domande, solo domande. Domande che come risposta hanno un'altra domanda. E forse la risposta alle mie domande è veramente una domanda. Non è uno scioglilingua, ragionavo su come procede, o dovrei dire come non procede questa situazione. Sembrerà strano, ma la risposta è in un passo della bibbia. Dove, come direbbe Guccini, la risposta è in una voce che chiederà "Shomèr ma mi-llailah?". A che punto è la notte?
Non so perchè, ma so che questo è quello che voglio fare.

"La notte sta per finire ma l'alba non è ancora arrivata. Tornate, domandate, insistete."
La Bibbia "Isaia, Capitolo 21"

'Na Giacca E 'Na Cravatta

"Dottore non mi sento considerato". "Avanti un altro"! Che palle quand'è così, quando la mia mente comincia a viaggiare fino a crearsi migliaia di storie, tutte giuste e tutte sbagliate. Chi può sapere la verità? Io no di certo, ma tra non sapere e sapere è sempre meglio erudirsi. Erudirsi, non nel senso che ho prurito e mi erudisco. Comunque è una situazione brutta brutta, solo per me, ma brutta. E che dovrò risolvere prima o poi. Perchè il mio umore non può essere dettato da una manciata di byte.
Oggi cena! Che figata quando c'è gente a casa. Poi nanna perchè domani ho un matrimonio. No, non ho optato per il suicidio, io sono ancora semi-libero. Il matrimonio è di un'amica. E per la prima volta dopo la cresima, i miei mi hanno convinto a comprare un vestito elegante. Io volevo venire in jeans e camicia (per me il massimo dell'eleganza), ma dopo un lungo dibattito (litigio sanguinolento) ambo le parti (mia madre) hanno deciso che era proprio il caso di vestirsi giacca e cravatta (però paga lei!). Così dopo un lungo pomeriggio a dare spettacolo a zie, cugine e amiche, al secondo piano di un negozio sulla Tuscolana ho scelto la mia suite. Completo nero, a righe lucide, camicia viola scuro e cravatta sottile nera. Very Morgan. E devo ammetterlo. Mi piace.

"Mi hanno detto che un uomo dovrebbe essere fedele e dovrebbe camminare anche se non può, e combattere fino alla fine... ma io sono solo un essere umano..."
Michael Jackson "Will you be there"

Esercizi Di Stilo

Scrivo ma non è che ne abbia tanta voglia. Poi non so cosa scrivere e va a finire che uso questo blog come un pallossissimo diario personale. A proposito, ieri si è successo che... no no, basta. Dovrei usarlo come sussidiario, come blocco per i miei esercizi di stile. Per esempio potrei scrivere una lettera a un improbabile papà sudamericano che non ho mai conosciuto. Come attaccherei? Caro babbo? No. Forse "Hola Babbo!". No. Meglio dire "Grandissimo pezzo di stronzo". Sì. E continuerei dicendo "Fanculo tu e la Carrà, che se si azzarda a portarti qui ti rispedisco in Bolivia a calci nel culo". Una cosa del genere.
Ecco l'idea creativa! La lista della spesa, però romanzata. C'era una volta un litro di latte che lungo un sentiero di Cheerios al miele incontrò un sacchetto di American Bread. Il sacchetto era molto stanco ed era seduto su un barattolo di crema al latte. Era lì che piangeva succo di pera e urlava "Pasta! Pasta! Non ce la faccio più". Poi... Aspetta, come ce le metto le frattaglie di pollo? No basta, che palle. E poi sicuramente la userà Baricco per il suo prossimo libro questa idea. Solo che la sua sembrerà una figata.
Ora mi metto ed elenco tutte le parole che conosco che iniziano per "Y". Allora... Ypsilon. Poi... c'è anche... cosa là... Ying, e poi pure Yang. Tiè, già siamo a tre. Roba seria. Potrei continuare per ore, ma anche no.
Ho aspettato tanto, e finalmente posso cominciare ad attendere.

"Aver paura di innamorarsi troppo, non dire niente per non sciupare tutto. Voler restare e invece andare via è proprio un vero dolore..."
Lucio Battisti "Aver paura di innamorarsi troppo"

Hot Shots!

Afa, afa. Caldo afoso, come un recente ricordo di letame equino. Mi squaglio in quest'afa crudele. Roma è una fornace, i miei capezzoli carboni ardenti che consumano la maglietta. Mi frigge il cervello, la saliva si ritira e si rintana nella mia gola arsa. Ascelle in fermentazione, sudore che muore sulla mia epidermide col tipico friccichio delle patatine nell'olio bollente. Vapore dagli occhi, palle intrise di benzina pronte ad esplodere dalle orbite come dardi infuocati. La pelle ceramica incandescente, rosso acceso, emano calore come una stufa a legna, potrei cuocermi un uovo in fronte. Le dita sono spiedi su un braciere rovente, un fantomatico Re Minchia, tutto quello che tocco sciolgo. La bocca come un phon, l'alito una fiamma che respinge ogni speranza di fresco riposo. La lingua figlia dell'arsura, pochi movimenti per non crepare ogni sua piccola venatura. Nello stomaco un inferno dantesco di fuochi d'artificio, esplosioni d'ogni sorta che mi uccidono da dentro. Sono debilitato. Ho reso l'idea di quanto ho caldo?
Oggi è un giorno speciale. Cioè, ogni giorno è un giorno speciale, ma oggi in particolar modo. Oggi è l'anniversario della nascita di un mio amico. Sì, lo so che si dice "compleanno", ma sentite "anniversario della nascita" quanto fa fico? Vabbè, insomma nasce 'sto coso, 'sto regazzetto. Simpatico, a modo, insomma un tranzollone. Stasera si festeggia (nei limiti) e domani è un altro giorno. Ovvio.
Qualcuno mi può dire dove sono andati a finire gli Europe?

"Ora so che "amore" è solo un'altra parola per spiegare quello che provo"
Europe "I'll cry for you"

Ostinato E Contrario

E' la fine? Non lo so, so solo che la fine s'avvicina. Tranquilli (se mai qualcuno s'agitasse), sto bene, almeno per quanto riguarda la salute. Però non so cosa pensare di questa situazione. Immagino che abbia poche speranze, immagino che dovrò alla fine arrendermi. Questo è quello che mi dicono, e che in cuor mio so essere in parte vero. Ma sapete come sono fatto, testardo e cocciuto (e anche un pò irresponsabile). Ho aspettato tanto questo momento, nascosto in un angolo senza far rumore, per non dar fastidio. Perchè è quello che credevo giusto. Ho cercato anche di affacciarmi e vedere cosa c'è fuori, ma appena uscivo sentivo troppo freddo. Un gelo che mi diceva che quello non era ciò che volevo veramente. Ora forse è il momento di uscire fuori, di spuntare dalla finestrella col mio sorriso idiota e dire "Ciao! Ti ricordi di me?". E' valsa la pena aspettare, e anche se non arriverò da nessuna parte, so che aver aspettato è valso davvero.

"E ora, la fine è vicina e quindi affronto l'ultimo sipario"
Frank Sinatra "My Way"

Perdiana, Jones!

Datemi dello stupido. A prescindere, mettetevi in testa che dopo aver letto questo io sarò additato come scemo. Perchè non tutti capiranno quello che provo, quello che tutto ciò significhi per me. Ma lasciate che mi spieghi meglio.
Premessa. Cos'è il cinema? Sergio Leone (mica uno qualunque) disse "Il cinema dev'essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito". Giusto, niente da ridire. Però ci sono dei film che vanno oltre il semplice mito. Arrivano là dove dormono i sogni e li svegliano dal loro torpore. Ci riescono ancora meglio con i bambini, quando i sogni che volano bassi sono più vicini al cuore, mentre i grandi non sono abbastanza umili e innocenti da abbassarsi a raccoglierli e preferiscono lasciarli lì dove sono. E' questa per me la completa seppur semplice definizione di cinema: mito e sogno. Se poi aggiungi che quel film ha accompagnato la tua infanzia e ti ha dato modo di non smettere mai di sognare, forse si riesce a capire cos'è per me quel film.
L'ho visto. E ho sentito un piccolo dolore al cuore durante i titoli di coda. Quella musica che mi faceva rabbrividire d'innocenza ogni volta che la sentivo mi è rimasta indifferente in quel momento. Non pensate che sto esagerando. Forse un pò, ma vedere la propria adolescenza cancellata in due ore scarse non è così piacevole come si crede. Poteva essere peggio, ma non è stato sicuramente piacevole. Non so neanche come esprimere quello che provo, mi sento amareggiato, tradito, pugnalato e sinceramente deluso. Che stupido che sono.
Il cinema è mito e sogno. E' la vita che si trasforma in fantasia, è fantasticare della propria vita.

"Non sono gli anni, sono i chilometri"
Indiana Jones "I Predatori Dell'Arca Perduta"

Piove! Che dolce armonia! Goccia dopo goccia a creare un suono unico, che nessun beat boxer o sintetizzatore potrà mai ricreare. Una musica sottile e fragorosa allo stesso tempo, placida e dinamica. Alle volte è invadente, è vero, ma quand come oggi sa essere fantastica. Molti direbbero "rompicoglioni". Sì, lo è, inutile negarlo. Ma è sempre bello starla a guardare al di qua della finestra, e cinicamente non aprire a tutte quelle gocce che bussano al vetro. Fino a che non desistono come un rappresentante d'aspirapolveri, e il loro continuo bussare va sfumando piano piano; alla fine poi, un po' ti mancano (al contrario del rappresentante). E allora scruti il cielo, finché un tuo amico ti guarda e ti dice "Speriamo non venga a piovere" e a te verrebbe da sbottargli "Ma allora non ha capito un cazzo!?!?!".
Mischiare, frullare, amalgamare, misticare (come direbbe mia nonna). E' bello, è una figata. Dovrebbero farlo tutti. Non mi piacciono gli emo, così i punk, così i rasta man, così tutti quelli che sacrificano la loro vita di un unica fede e dottrina. Lo trovo limitante e poco fantasioso (vero Morgan?). Mi piace chi spazia, chi si mette in gioco, chi cambia idea ogni cinque minuti. Chi oggi Paciotti, domani sandalo Oviesse. Chi "Non la dimenticherò mai" e dopo due minuti "Stasera a mignotte!". Chi forza Roma e poi Lazio Merda (v'assicuro che non è la stessa cosa, una piccola sfumatura c'è). Insomma, chi non si fissa su un solo stile, che sia di vita, di pensiero o anche solo d'abbigliamento.
Siamo centomila, qualcuno un giorno lo disse. Ognuno di noi lo è.

"Senti che fuori piove... senti che bel rumore..."
Vasco Rossi "Sally"

Non è normale. Che un gattino che pesa sì e no due etti caghi quattro volte il suo peso. Capisco la fase della crescita, capisco i problemi intestinali, ma è un gattino mica un ippopotamo. Se volevo spalare merda mi facevo assumere in un circo. A parte la cacca, in cui s'immerge sistematicamente ogni mattino proprio poco prima che io vada a lavoro (e quindi mi tocca pulirlo come un bambino in fasce), Indiana è molto coccoloso. Molto, quasi troppo. Gli manca la mamma si vede, e per imprinting mi ciuccia la parte interna del gomito come fosse una mammella. Spera fuoriesca latte, invece si deve accontentare del sudore. Cacca e sudore, finora sono stato un po' gretto. Cambiamo discorso.
Oggi c'era un corvo sull'arco che precede la fastidiosa ghiaia dello IED sito a Testaccio. Non sperate che sia lì a dirci "Non può piovere per sempre", perché in questi tre anni ha piovuto anche col solleone. Ha piovuto fuori e ha piovuto dentro. Però sta quasi per finire. Forse allora è lì per riscuotere il suo tributo, mero sostituto di una metaforica falce scolastica. Oppure è posseduto dallo spirito di un trapassato Schianchi (qualcuno di voi sa che fine abbia fatto? Qualcuno lo avvicina a Gaucci, lì sulle rive di Santo Domingo in esilio dai casini che ha creato). Insomma, non si sa perché sia lì, non c'importa. Magari fa impressione, ma forse sono molto peggio tutti i corvi che sono all'interno e che c'hanno portato sfiga per tutto questo triennio. Quindi speriamo che questo pennuto nero, quando sarà il momento, si porti via a mo' di stormo tutti i suoi amici, uccellacci e uccellini, per non rivederli mai più.
Questo post vi è stato gentilmente offerto da "Crodino: l'analcolico biondo, fa impazzire il mondo!".

"Non si può metter fretta all’amore! No, dovrai soltanto aspettare... l’amore non arriva facilmente ma è una questione di dare e avere... dovrai soltanto aspettare, confida in un buon momento, non importa quanto tempo ci vuole!"
Phil Collins "You can't hurry love"

Devo darmi una regolata. Perché è vero, mi sono preso una responsabilità e devo rimboccarmi le maniche. Perché quello che faccio non è una scusante, non mi permette di fare come mi pare. Perché c'è chi fa come me ma alla fine è qui, ogni mattina, puntuale. Perché alla fine loro hanno il coltello dalla parte del manico, e per un po' mi devo adeguare ai loro dettami. Vogliono precisione. Precisione? Da me? La vedo difficile, chi mi conosce lo sa. Non vale neanche recuperare a quanto pare. I ritardi non sono ammessi, però cazzo se è ammesso stare qui fino alle otto, le nove di sera. Proviamo così allora: cercherò di essere qui, ogni mattina, alle nove e mezzo. Ma cascasse il mondo, alle sei sarò fuori di qui. Fino a settembre. Poi quando verrò licenziato, mi troverò un altro lavoro. C'est la vie!
L'ho preso! Evitate le rispostine volgari, vecchi porci. Finalmente la mia famiglia s'è raddoppiata. Da uno, è passata a due. Ora a dividere quasi cento metri di casa con me c'è anche Indiana. Pelo grigio tigrato bianco, faccina furba e evidenti problemi intestinali. Questo in sintesi il mio nuovo partner, che non mi pagherà l'affitto ne collaborerà nelle faccende di casa, ma sicuramente mi farà quel po' di compagnia di cui ho bisogno (e ne riceverà a sua volta). Avrei preferito pelo lungo, quarta abbondante e molto ricca, ma nello scatolo c'era solo lui e altri tre ragnetti. E poi non l'ho scelto io. Lui s'è praticamente imposto con un tacito "Prendi me! Prendi me!". E io l'ho preso.
Troppo spesso stare insieme è stare soli in due.

"Canzoni e fumo ed allegria, io ti ringrazio sconosciuta compagnia. Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore ma so che sento più caldo il mio cuor..."
Lucio Battisti "La compagnia"

Prendila così, non possiamo farne un dramma. Tutto di fretta, tutto di furia ma è così. Lo sai, ci sei passata, hai capito come va la vita e cerchi di adeguarti. Ma delle volte è più forte di te: ti gira la testa, ti senti scoppiare, credi che non ce la farai mai a fare tutto. Fino a che quel momento passa, hai fatto tutto quello che dovevi e anche di più e ti soffermi a pensare che stupida sei stata a buttarti giù. Sarà sempre così, tanto vale accogliere la pressione con un bel saluto e quando tutto è finito salutarla a calci nel culo. Perché tanto in quei periodi c'è sempre un momento in cui, anche solo per un attimo, ti puoi fermare ad assaporare la vita.
Ieri ho riso troppo. Alla radio c'era la gara delle figure di merda. La vincitrice era questa: "Dovevo fare una visita ginecologica. Andavo veramente di corsa, avevo 1000 cose da fare, tra cui prendere mia figlia a scuola, ma non volevo andare senza essermi pulita le parti intime. Di corsa sono andata in bagno, mi sono lavata, ho preso il primo asciugamano che ho trovato e mi sono asciugata. Sempre di corsa sono andata dal dottore e finalmente mi sono seduta. La visita mi imbarazza sempre molto e quella volta addirittura il medico ebbe un'uscita che mi mise molto in imbarazzo. Quando cominciò a visitarmi disse "Vedo che oggi abbiamo fatto uno sforzo in più per sembrare belle". Mi sembrava veramente fuori luogo, ma lasciai correre. Finita la visita andai a prendere mia figlia. Arrivati a casa, lei andò subito in bagno e mi disse "Mamma dov'è l'asciugamano che avevo lasciato sulla vasca?". E io "Prendine un altro". "No mamma, volevo quello. Ci avevo lasciato tutti i miei brillantini, le pailletes e le stelline dorate per giocare!". Che ride!
Oggi prima revisione. Non faccio commenti. Ma vi racconterò una barzelletta. Anzi no.
Non bisogna per forza stare vicini per restare uniti.

"
Agitate le mani in aria come se non vi importasse niente, come se non vedeste la gente che passa e si ferma a guardare. Fate il vostro balletto, fate il vostro balletto"
Cameo "Word Up"


Ho il vomito. Mi dispiace essere così influenzabile e rovinarmi la serata per queste cazzate, ma riesco ancora a sorprendermi dello schifo che c'è intorno. Proprio come le reunion del Liceo, dove gente che non si vede da due anni e si sta sul cazzo a morte mostra sorrisi a destra e a manca, soprattutto a chi ha sempre voluto vedere bruciare all'inferno. Magari sbaglio io, forse è giusto fare buon viso a cattivo gioco. O forse è proprio meglio girarsi dall'altra parte? Non lo so, ognuno fa quel che vuole e è nel giusto, non sono nessuno per dire cosa è giusto e cosa non lo è. Solo che la falsità di stasera mi ha dato fastidio, forse proprio perchè sta per finire tutto. E quando parlo di falsità non parlo di te, stai tranquilla. Tu sei la cosa migliore di questi tre anni, e sto cercando di accettare l'idea di doverti salutare con un sorriso falso come quelli che ho visto stasera.
Marzia un pò ha ragione, certe volte parto di tristaggine che è quasi fastidioso leggermi. Però che ci volete fare? In fondo la vita è questo, un simpatico alternarsi di alti e bassi, dolce e amaro, comico e tragico. Io m'attengo a quello che provo, niente più. Per farmi perdonare adesso racconterò una barzelletta. Anzi no.

"Per ogni geometria, ci vuole fantasia.."
Angelo Branduardi "Il giocatore di biliardo"

Ma che fine avevate fatto? Sono giorni che vi cerco, su Blogger, su Splinder, su MySpace. Ho capito, se non scrivo io sul mio blog non si muove una paglia. Che volete sapere? No quello no. Addirittura? Quello si sa, basta aguzzare la vista. Chi mi capisce lo vede, e comunque non ci vuole un genio. Per quanto riguarda l'altra, che dire? Sono felice, mi va bene così. Comunque viene il mal di mare a leggere quello che ho scritto. A voi no?
La fame nel mondo è un grave problema. Ma perchè la tesi d'esame no?! Scusate il mio cinismo, ma in questo momento vorrei che un panino di un millione di tonnellate (facciamo un Double Cheeseburger gigante, con bacon ovviamente) scendesse dal cielo e sfamasse tutto il mondo per venti anni a venire. E non perchè sono buono, ma perchè non voglio fare la tesi. Non è l'argomento che mi blocca, è la mia pigrizia. Non mi va di fare la tesi, non mi va di lavorare, non mi va di mangiare e peggio di tutto, non mi va di dormire (che mi porta a trasformare i "non mi va" in "non ce la faccio", e più il tempo passa più diventano "non ce la faccio, mannaggia quella sbudellata!"). Per esempio, che si fa stasera? I coglioni, come sempre. Aperitivo (mi faccio schifo) e poi MarteLive. E la tesi? Che ridere!
Dovrei concludere il post con una frase fatta, ma oggi non mi va. Punto.

"Amore della mia vita, non lasciarmi, ti sei presa il mio amore e ora mi abbandoni... non riesci a vedere... riportamelo indietro, non portarlo via perchè tu non sai cosa significa per me!"
Queen "Love of my life"

"Everybodybody was Kung Fu fighting! Oh!" Woah! Sono lieto di presentarvi la canzone del giorno: "Kung Fu Fighting", simpatica canzonetta di Carl Douglas presa in prestito dalla Disco anni '80. Oggi ce l'ho nel cervello e non posso fare a meno di intonarla, fischiettarla, parapparla e lalallarla ogni 5 minuti. In più ho cercato di coinvolgere mezzo IED in un tragico karaoke ambulante, con scarsi risultati e facce perplesse purtroppo. Speriamo stasera passi, ma per adesso "...those cats were fast as lighting! Oh! Woah!".
Oggi è una bella giornata, che mi voglio godere prima del week end di fuoco. Sono veramente al limite di sopportazione. Per fortuna fra un mese finalmente mi godrò un pò di libertà. Spero. E siccome vengo accusato di essere troppo ermetico nei miei post, adesso vi rivelerò una cosa che è successa oggi. Sì, voglio fare outing. Insomma, oggi pomeriggio, catrumi piddi avi nu gnadderu, issu millami neo pratragnassi. Allora io non mi sono dato per vinto e gli ho detto "Atruzzi na siffa, ca muni punniggu". Chiaro? E non facciamo che qualcuno alzi la mano dicendo "Non ho capito". State più attenti la prossima volta. Somari.
La sensibilità vola via dai cuori dei... Everybody was Kung Fu fighting! Oh! Woah (non resisto, è più forte di me)!

"Tutti quanti stavano facendo Kung Fu... Uh! Weah!"
Carl Douglas "Kung Fu Fighting"

Eppure rido. Perché, in fondo, chi me lo fa fare a piangere? No, questa vita è un paradosso, mi paria addosso neanche fossi un pària disperso (sì lo so, 'sta frase fa molto Caparezza). Io comunque, rispondo di conseguenza. Rido, anche stupidamente, anche a costo di sembrare un cazzone. Perché so che lo sembro, e non dirò che vi sbagliate. Io sono un cazzone, lo ammetto. Il punto è che non sono solo un cazzone. Però mi piace farlo, e non mostrare il resto, tanto chi vuole e può sa vedere oltre la palla rossa sul mio naso.
A proposito di vedere, parliamo degli occhi. Queste due sfere, bulbi molto più che terreni, azzarderei un ultraterreni, che a volte vedono molto più di quanto ci sia da guardare. Io non so se so leggere il linguaggio degli occhi, so di certo che non è facile e che sapere di poter sbagliare è indiscutibilmente utile. E' vero che alcuni occhi sono come un firma che riconosceresti ovunque: il timbro su un assegno in bianco con cui ti ha liquidato il tuo amore, il segno nero che conclude il contratto con le tue amicizie, il ricordo a penna su d'una foto ingiallita di un tempo lontano. Io un paio di occhi li conosco, credo. E mi fa male vederci ipocrisie e falsità, amori rinnegati e tradimenti celati all'ombra del pensiero. Spero che sia uno dei miei film, l'ennesimo. Di certo, questo è un film da Oscar.
Cosa faccio? Resisto o desisto? Io provo a resistere, finché non arriverà un buon motivo per cedere allo stupido Cupido, perché io le motivazioni me le sono sparate tutte e la cartuccia del mio cuore langue.

"La vita è un'abitudine farcita di sorprese, è l'arte dei dettagli e delle attese..."
Enrico Ruggeri "I naviganti"

Tési per la tèsi. Scusate il triste gioco di parole ma è così. Una vibrante tensione risoltasi poi in una bolla di sapone, anzi, in una innocua e simpatica scoreggietta! Chi aspirava a lavorare per "chissàqualepopodazienda" s'è ricreduto e zitto zitto ha abbandonato l'aula con molta meno fierezza di quella di Celentano ieri (anche se in quel caso la "causa" era semanticamente diversa). Ebbene sì, noi cinici pubblicitari, bracci destri del capitalismo (più che destri, sinistri e arcigni) ci tufferemo in un impresa degna del miglior Don Chisciotte: la fame nel mondo. Combatterla, sfinirla e debellarla, il tutto solo per conquistare un misero 30 che non sfamerà di certo la brama di gloria dei più. Da par mio, è la solita solfa. Sono d'accordo, non è esaltante, e sarebbe stato gagliardo lavorare sulle marche del momento o su quelle che lo sono sempre state. Ma non è compito del pubblicitario rendere fico e appetibile ciò che non lo è affatto?
Inizia un altro capoverso, ma la verità è che la tesi è l'argomento del giorno. Per me poi è addirittura doppia. Ebbene sì, farò parte di addirittura due coppie creative, la doppia metà di un cestino di mele pronte a scannarsi come neanche i più feroci piranha. Devo ancora capire come, dati i miei innumerevoli impegni da fancazzista. Devo capire se farò due presentazioni distinte. Devo capire se posso. Ma soprattutto devo capire se ce la farò! Ovvio che no! Viva la vita!
Al momento della resa dei conti, un vero uomo deve fare la sua scelta. Tette o culo?

"Le ragazze, come le comete, quando brillano vuol dire che hanno già deciso di tuffarsi... e qui dall'altra parte siamo noi... che non ne veniamo mai a capo, mai a capo..."
Edoardo Bennato "Le ragazze fanno grandi sogni"

Fossi figo. E invece no, mi tocca fare un miscuglio di Ursule Andrese, Barbere Buquè e Laure Antonelle, mi tocca inventarmi "limejomortaccimia" perchè altrimenti quant'è dura la salita. E' come alle corse, devi avere fortuna. A volte non basta neanche quella, e allora ci vuole proprio culo. Io ce l'ho il culo, dalla parte sbagliata ma ce l'ho. Forse il problema è che ce l'ho in faccia, come diceva De Andrè "troppo vicino al cuore". E sebbene non sia io così, mi ritrovo a fare cose di cui mi vergogno, che la mia timidezza ben celata dietro la maschera dell'ironia mai e poi mai sognerebbe di fare. Insomma ci provo, consapevole che potrei fallire, come è già successo. Anzi, consapevole di un sicuro fallimento, e lo faccio comunque. Non è strano? Avere la certezza di non riuscire, e provarci. Ma questa certezza in fondo chi me la da? Io sono arrivato al punto di non fidarmi di nessuno, neanche di me.
Ho preso una pianta carnivora. Ho preso due piante carnivore. Ho preso due piante carnivore e un gattino. Calma, qualcuno potrà pensare che le due specie non possano convivere. Sbagliato cari bambini. Le piante carnivore mangiano insetti e non hanno niente a che vedere con quelle dei cartoni, dei film d'avventura o della Famiglia Addams. Mangiano solo ed esclusivamente insetti. Però ho chiamato il mio gattino "Mosca", vediamo se vanno in paranoia.
Che fate il primo Maggio? Io non lo so. Non mi va di fare niente, ma alla fine qualcosa si farà. So che non lo passerò con chi vorrei, ma so anche che con chi vorrei è improbabile quanto impossibile. Per adesso me ne faccio una ragione, inutile barcamenarcisi su. Si avete letto bene, barcamenarcisi. Giuro che esiste, non è un refuso!
La vita che vita sarebbe senza errori? Forse una "fita"?

"Sarà che le ragazze con cui esco hanno tutti i mostri sotto il letto, le voci nella testa e fanno il nido in mezzo alla tempesta..."
Giorgio Canali & Rossofuoco "Mostri sotto il letto"

Camminate piano. Ne va della vostra e della nostra vita. Qui da noi, se pesate non aiutate. Qui niente qualità, ci preoccupiamo solo della quantità. La vita va al peso, ogni vostro passo è un macigno per noi. Ogni tuo chilo, per noi è un chiodo di bara.
Noi odiamo gli obesi, sono la nostra rovina. Il comune ha organizzato il 25 Aprile una grande e gioiosa manifestazione, una sagra rinomata in tutta Italia: "La Caccia alla Ciccia". I capi dei rioni più importanti caricano i loro fucili e impallinano ogni centimetro grasso che avvistano su per la città vecchia. Quei panzoni vengono poi appiccati a marcire, fino a che l'aria invisibile non li mangia, e il naturale processo di decomposizione fa il suo dovere in modo da avere sempre le mani pulite, noi. Non siamo razzisti, semplicemente non li vogliamo nel nostro paese, capirete bene che per noi loro sono solo un danno. E' per questo che non esistono pasticcerie nel nostro paese, guai se un purosangue autoctono si riducesse in quello stato. Non vorremmo mai espellerlo, così li trattiamo da piccoli. Niente dolci, solo dolce euchessina. Il più leggero di noi ogni mese vince un premio in denaro. L'anoressia? Basta con questa ipocondria. Il bello è negli occhi di chi si guarda, e noi ci vediamo belli così. E non siamo d'accordo con chi è d'accordo.
Questo discorso per ringraziarvi del vostro voto. Grazie a tutti voi, piccoli esili concittadini.

Il nuovo sindaco Di Bagnoregio

"Giuliano Ferrara non è grasso perchè mangia... è che ri-mangia!"
Roberto Benigni

Ma guarda che sono strano forte. Com'è come non è mi vado sempre a impelagare in queste situazioni da codice penale. Essì, perchè questa è una situazione da codice penale! Ma che ci devo fare? Sono fatto male lo so, mi vado a scegliere sempre la via più tortuosa e inagibile. Ma giuro, non lo faccio perchè devo dimostrare qualcosa a me stesso, perchè mi piacciono le sfide o perchè mi piace rovinare la vita degli altri. Capita, senza che io riesca a controllarlo. Comunque non è questo il problema che mi afflige ora, forse è solo che so già di non avere speranze. Ma mannaggia il fato avverso, quella sbudellata della dea fortuna. Scusate la volgarità ma quando ci vuole ci vuole. Vabbè, qualcuno ha qualche idea? Io niente, buio totale, nisba, nulla, zero, caput! Per carità, non mi sto buttando giù. Tanto io queste cose le affronto sempre con tutte l'ottimismo di cui dispongo. Solo che st'ottimismo è tanto teorico ma poco pratico, non mi sembra serva a molto. Devo passare all'attacco? No ditemi voi, perchè io passo. Passo, non scherzo. No dai, non passo. Tanto sicuro che se lo faccio mi infilano in contropiede. Difesa troppo forte, non posso rischiare. Deciso, facciamo come sempre, giochiamo di rimessa.

"Gli altri segneranno però, che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai!"
883 "La dura legge del gol"

Oggi guardavo il ritaglio di cielo blu sopra il terrazzo. In quel punto le case s'alzavano immobili e nel punto in cui terminavano formavano una cornice di mattoni. Oggi il cielo era particolarmente terso e vivido, e sembrava una finestra aperta nel nulla e nel tutto. Non riuscivo ad abbassare il mento, rischiando il tipico torcicollo da sognatore. Aspiravo la mia sigaretta mentre c'immaginavo di tutto, o meglio, tutto quello che volevo. Che poi non è molto, credo. Chissà se qualcuno guardava il mio stesso cielo oggi. In fondo il cielo è di tutti, anche se oggi solo per un momento me ne sono appropriato, fosse pure qualche metro. Ma so che anche un solo metro di cielo è infinito, così come sono infiniti i sogni che può contenere. Io di sogni non ne ho molti, ma di fantasie non sono avaro. Preferisco fantasticare che sognare, perchè il sogno è effimero e illusorio. Quando sogni, dentro di te speri sempre che quel sogno prima o poi si trasformi in realtà. Vive in te quella speranza, che sarà l'ultima a morire ma lo farà tra atroci dolori. Il bello della fantasia è nel suo essere fantasia e nient'altro. La fantasia vive d'illusioni e muore d'illusioni, quelle illusioni che sono solo ottiche, che non illudono e non deludono. Sai che è irreale ed è questa la sua bellezza, perchè può essere come vuoi tu senza quelle catene che invece legano il sogno alla vita di tutti i giorni. Io voglio essere questo: non un sognatore ad occhi aperti, ma un fantasticatore ad occhi chiusi.

"Finchè sognamo la vita, la vita diventerà un sogno..."
Stevie Wonder "As"

C'è napoletaneità nell'aria. Si può tagliare con un coltello, mentre usi i fendinebbia per fare a fette un prosciutto. A farla breve, ieri al Teatro Olimpico ho assistito insieme ai miei amici alla messinscena di "Bello di papà", l'ultimo spettacolo di Vincenzo Salemme. Molto bello, purtroppo imbruttito da una recitazione così così. Non voglio fare l'Ego spaccapalle (il critico culinario di Ratatouille), anche perchè non ne ho nè il diritto nè la facoltà. Però nel secondo atto è stato un susseguirsi di risate in scena e dimenticanze, un po' strano visto che lo spettacolo è in palinsesto dai primi di Aprile. Insomma, a parte questo è stato esilarante, due ore ben spese con la magia del teatro e gli stilemi della commedia all'italiana (e la verve unica di Salemme). La magia però è stata spezzata pochi minuti dopo la fine dello spettacolo, quando in allegria e spensieratezza abbiamo concluso la serata dallo "Zozzone di Porta Maggiore". Sembra una cosa schifosa, e invece no, è molto peggio.
E visto che c'è napoletaneità, ancora una cosa. Stamattina in Metro (dove ho preso una bella multina, contestabile per fortuna) il mio iPod, come sempre in modalità, random ha tirato dal cilindro una canzone che non sentivo da tempo. Anzi, una canzone che non vedevo, visto che avevo solo il videoclip sul Pc, che ogni tanto rispolveravo, soprattutto in compagnia. Invece oggi me la sono ritrovata sparaflesciata nelle orecchie. "O saaje comme fa 'o core" è una canzone scritta a quattro mani da Pino Daniele e Massimo Troisi durante il loro lungo periodo di collaborazione nella stesura delle colonne sonore di alcuni dei film di quest'ultimo. E' una poesia riadattata, e si sente. E' molto bella e mi ci sono un pò visto. Così, senza presunzione, l'ho leggermente "risistemata" alle mie esigenze, ma più che altro a me.

L'UNA

Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo
comm'è succiesso, ammore
ca è fernuto
ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Je no, je no
'o ssaje comme fa 'o core
je no, je no
quann s'è sbagliato

L'ALTRA

Tu sta 'nzieme a n'ato
je te guard
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'è fatt' annanze 'o core.
A me, a me
'o ssaje comme fa 'o core
a me, a me
quann' s'è annamurato

Non ho mai incollato qualcosa di un altro in questo blog, solo cose mie e qualche piccola citazione. Non prenderò questa brutta piega, promesso, soltanto che questa aveva un sapore particolare.

"Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta"
Pino Daniele "Napul'è"

Quando tutto sembra andare di merda arriverà qualcuno che tirerà lo sciaquone e si porterà via tutti gli stronzi che infestano il tuo cammino. Quando tutto sembra rotolare giù dalla scarpata dell'esistenza ci sarà un ramo gommoso (come in Willie Il Coyote) che s'aggancierà al colletto della tua giacca e ti farà rimbalzare di nuovo in pista (e stavolta senza incudine che cade da non si sa dove). Quando tutto sembra dire "No" alle tue richieste d'amore, d'affetto e di caramelle alla fragola, probabilmente non sentirai nessun "Sì", ma se saprai tenere gli occhi aperti vedrai qualcuno annuire in silenzio. Quando tutto è triste e grigio e cupo e ombroso, e sembra proprio che stia per piovere e non ci saranno santi, non consolarti pensando ad un vecchio darkettone zombie che diceva "Non può piovere per sempre"; piuttosto pensa a quanto è bella la pioggia, al suo rumore sui vetri prodotto da miliardi di gocce kamikaze che a ogni pioggia si sacrificano per far rifiorire la vita in questo mondo arido. Quando hai la gola secca, la lingua arida e troppa sete ma non puoi bere, e nessuno sembra curarsene, e tutti ti evitano, e ti schifano e ti ignorano, a quel punto fai un ultimo sforzo, un ultimo durissimo sforzo: tira su quel poco di saliva che ti è rimasta e sputagli addosso a quegli stronzi. Quando il mondo sembra correre più veloce di te, fermati e aspetta. Se è vero che è tondo, prima o poi ripassa da quelle parti.
Quando ti senti troppo sola, guardarsi allo specchio è un buon inizio. Questo si chiama ottimismo cronico.

"Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido"
Alfredo Accatino

Davvero non mi va più di scrivere su questo benedetto blog. Non so il perché (e comunque ora sto scrivendo). Eppure tutto gira bene, o almeno non male. Il lavoro va a gonfie vele: l'altro giorno dopo l'ennesima presa per il culo nei confronti di noi dipendenti, ho preso a parolacce il mio capo (a dir la verità una, ma ben assestata). La risposta è stata "Questa è insubordinazione". Insubordinazione? Ma viene da ridere solo a me? Comunque a parte questo oggi dovrebbero darmi una lettera, non minatoria, ma di richiamo. Mi richiamano. Questo sì che è terrorismo psicologico. Rabbrividisco.
Sul fronte casa non va benissimo, ma va. Non so se rimarrò a lungo là dentro, ma fino adesso non è che me la sia goduta così tanto. Vorrei passare il fine settimana lì, magari preparare qualche leccornia per il pranzo domenicale come faceva mia nonna ma purtroppo non ho tempo. Ma la settimana prossima andrò in ferie e cascasse il mondo preparerò qualcosa di gustoso per chiunque vorrà aggregarsi. A scelta tra gnocchi e melanzane alla parmigiana. O perché no, la paizza!
Vedi, non era difficile scrivere qualcosa. Pensandoci bene però, credo di sapere da cosa deriva questa apatia contenta. E' l'abitudine, la routine. E' da un po' che m'accorgo che i giorni s'assomigliano sempre di più, che la mia vita sta perdendo quell'imprevedibilità a cui ero abituato e che mi piaceva un sacco. Trovo molto più noioso questo piattume, questa ruggine che sta intaccando i miei pensieri. Devo dare una sterzata alla direzione che sta prendendo la mia vita. Ce l'ho già in mente e non sarà facile, ma se tutto va bene sarà la strada più bella che potrò percorrere.
Quando il film della tua vita ti sembra stia per finire, tranquillo. Se è stato un successo, qualcuno ha già pronto il sequel.

"Sono stato accusato di volgarità. Io dico che è una stronzata"
Mel Brooks