Un suicidio. Davvero, è come buttarsi all'ammazzatora. E' come andare in un concessionario, comprare un Porsche Cayenne, uscire e dirigersi a 180 Km orari verso un muro di cemento armato fino ai denti, sperando che dall'airbag esca la Ferilli. Sono masochista? Sono all'ultima spiaggia? No, per carità. Sono solo un po'... pazzo! Comunque, in altre circostanze, sarebbe stato spettacolare. Una cosa da far accapponare i capezzoli. Invece, così come stiamo combinati ora, non c'è modo di sapere cosa succederà. Chissà se mi arriverà una ciabatta tra capo e collo. Più probabilmente ci limiteremo a un sorriso. Sarebbe già tanto. Tanto e niente.
Oggi è la settimana IED! Ho preso le ferie. Dovevo. Ho preso le ferie e poi mi chiama il caporeparto e mi fa "Mi faresti il favore di coprire un turno che il tuo collega non c'è". E io "Attaccate e tira forte!". Se, magari. Come al solito, maledetta bontà d'animo, sono andato. Alle mie condizioni (in ritardo di un'ora), ma sono andato. Quindi ciccia, niente riposo neanche 'sta settimana. Ci riconsoliamo con la spettacolare e fantasmagorica festa IED? Non credo.
Pensavo "Sono diventato un po' volgare". Sì, in effetti sono molto diverso da 4-5 anni fa, quando non dicevo una parolaccia. Qualche doppio senso al massimo, ma mi ero ripromesso di non turpiloquiare. Poi invece ho scoperto la potenza evocativa che si cela dietro a un "cazzo" o a un "vaffanculo". Però penso di essermi fatto prendere troppo la mano. Questa non è una critica verso chi ne fa un uso. Ma ad esempio, ho sempre pensato che far ridere con le parolacce sia molto più facile e molto meno nobile. Che gusto c'è a infilare un culo e due tette in una frase per provocare la risata? Non c'è creatività, non c'è ingegno, che gusto c'è? Poi sta anche in chi ride. Io rido delle volgarità, non ne posso fare a meno, anche perché si può coniugare i due mondi, ma ammiro chi riesce a far ridere senza farne uso. I parolieri, chi ti infarcisce di calembeur, o chi ha la gestualità giusta o ancora una lingua tagliente e un pensiero che va oltre. Questa è la differenza tra ridere e sorridere. Tra ridere a crepapelle e sorridere perché nello stesso tempo si prova un certo senso di ammirazione. Sì lo so, so fissato con questa cosa. Ma per me è importante. Tutto il resto è merda. Ecco, visto? Mannaggia!
Il vincente è colui il quale non ha paura di perdere.
"Quando ero piccolo tutti mi chiedevano cosa volevo fare da grande. Gli altri rispondevano: il dottore, il tranviere, l'astronauta. Io dicevo: la testa di cazzo. Sono l'unico che ce l'ha fatta."
Paolo Rossi
Oggi è la settimana IED! Ho preso le ferie. Dovevo. Ho preso le ferie e poi mi chiama il caporeparto e mi fa "Mi faresti il favore di coprire un turno che il tuo collega non c'è". E io "Attaccate e tira forte!". Se, magari. Come al solito, maledetta bontà d'animo, sono andato. Alle mie condizioni (in ritardo di un'ora), ma sono andato. Quindi ciccia, niente riposo neanche 'sta settimana. Ci riconsoliamo con la spettacolare e fantasmagorica festa IED? Non credo.
Pensavo "Sono diventato un po' volgare". Sì, in effetti sono molto diverso da 4-5 anni fa, quando non dicevo una parolaccia. Qualche doppio senso al massimo, ma mi ero ripromesso di non turpiloquiare. Poi invece ho scoperto la potenza evocativa che si cela dietro a un "cazzo" o a un "vaffanculo". Però penso di essermi fatto prendere troppo la mano. Questa non è una critica verso chi ne fa un uso. Ma ad esempio, ho sempre pensato che far ridere con le parolacce sia molto più facile e molto meno nobile. Che gusto c'è a infilare un culo e due tette in una frase per provocare la risata? Non c'è creatività, non c'è ingegno, che gusto c'è? Poi sta anche in chi ride. Io rido delle volgarità, non ne posso fare a meno, anche perché si può coniugare i due mondi, ma ammiro chi riesce a far ridere senza farne uso. I parolieri, chi ti infarcisce di calembeur, o chi ha la gestualità giusta o ancora una lingua tagliente e un pensiero che va oltre. Questa è la differenza tra ridere e sorridere. Tra ridere a crepapelle e sorridere perché nello stesso tempo si prova un certo senso di ammirazione. Sì lo so, so fissato con questa cosa. Ma per me è importante. Tutto il resto è merda. Ecco, visto? Mannaggia!
Il vincente è colui il quale non ha paura di perdere.
"Quando ero piccolo tutti mi chiedevano cosa volevo fare da grande. Gli altri rispondevano: il dottore, il tranviere, l'astronauta. Io dicevo: la testa di cazzo. Sono l'unico che ce l'ha fatta."
Paolo Rossi
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