Il Fumo Stressa

Ho il cervello in fumo. Non è che sono stressato, intendo proprio "nel fumo". Sono giorni che lavoro sulle sigarette. Ormai la compianta TIM è stata rimpiazzata dalla monolitica Philip Morris. Tra il cane Chester e quella baldracca di Virginia Slim, il mio cervello sta bruciando come un mozzicone di sigaretta. E tutto questo non fa che aumentare i miei rapporti col fumo. Da occasionali a frequenti, fino ad arrivare a oggi, cioè assidui. Non mi fa bene, lo so, tanto al portafogli quanto alla salute (beh, forse alla salute un po' di più). Ma è un vizio, e per giunta piacevole. E si sa, il lupo perde il Tizio ma non il Caio. E il Sempronio? Sto divagando.
Stasera finalmente apre il ciclo dei concerti estivi di Roma. A dir la verità ne ho avuto un primo assaggio con "I Ratti Della Sabina" e "Morgan", ed è stato un primo assaggio veramente gustoso. Ora si comincia sul serio, e stasera alla Festa Dell'Unità in quel di Caracalla mi preparo ad assistere al concerto dei "Modena City Ramblers" (con il gradito supporto dei "Libero Brigantaggio"). E' già la seconda volta per me, ma non mi stancherò di certo di urlare che "... a vent'anni la vita è oltre il ponte! A vent'anni comincia l'amore!". Come non mi stancherò di cantare la loro dolce "Ninnananna", senza chiedermi a chi l'abbiano dedicata, perché nella mia testa quella canzone appartiene a una persona sola.
Sono ancora cotto. Non parlo solo del cuore, ma anche della mia pelle. Sono giorni che giro con una calzamaglia violacea indosso. Ragazzi, non è una calzamaglia, è la mia pelle! Non fa male come dovrebbe, o meglio come al solito. Fa meno male, forse perché stavolta ho avuto la bontà (bontà verso me stesso) di mettermi una crema protettiva (poco). A livello estetico è cambiato poco: sembro il Gabibbo, solo molto meno intelligente.
Cominci col venire al mondo, poi passi la vita cercando di venire ancora.

"Ma tra un giorno da leone e cento da pecora non se ne potrebbero fare cinquanta da orsacchiotto?"
Massimo Troisi

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