Alti e bassi. Quasi non ce la faccio più, sembro schizofrenico. Un momento rido, l'altro ringhio e questo è niente. Non lo so il perchè, anzi lo so, è che non so il perchè del perchè. Capito? No? Riproviamo.
Sono incazzato perchè ho un guaio. Cioè, ne ho molti, anche peggiori, ma questo condiziona la mia personalità più degli altri. Davvero, non sono più me stesso, non riesco ad affrontare le cose con la giusta tranquillità e il giusto distacco. Quando non te ne frega un cazzo è sempre meglio, riesci ad essere te stesso, che poi è il trucco per riuscire in tutto (sempre se non sei Flavia Vento). Ma così sembra che qualunque cosa tu faccia sia sbagliata, anche quella che non fai.
Ecco, adesso sono di nuovo tranquillo, quasi contento. Sto oziando sulla mia sedia al numero 21 di Via Crescenzio, aspettando che qualcuno nel calma più totale arrivi correndo e urlando di briefing, timing, e cazzate varie. Costui è il temuto "Account", che gli annali ricordano come figura di spicco di avvenimenti quali la Guerra Fredda e il Terzo Reich. Ovunque esso si trovi si annida il male. Non per niente i poveri creativi alla vista di quest'essere applicano la "Tanatosi": si fingono inermi, distesi sulla loro scrivania come a far credere al predatore d'esser morti. Ma l'Account sa il fatto suo e dall'acre odore di fumo ed erba capisce che in verità sono vivi e vegetano. Questo era un piccolo stralcio di vita quotidiana, ma mai noiosa.
Ora mi sento di nuovo a pezzi. Eccomi scuro in volto pensare a quello a cui non dovrei pensare ma ci penso lo stesso. Ma pensa tu! Sono molto incazzato. Sto sprecando il mio tempo?
Devo dire che ora va bene. Mi sento in forma. Fra un pò uscirò da qui e rientrerò a farmi altre otto ore di lavoro altrove, e sono contento.
Adesso mi girano proprio. Non posso andare avanti così. O faccio qualche pazzia, o divento pazzo.
Quanto adoro la vita. Un sorriso a sessanta denti, fuori a smesso di piovere ed è uscito di nuovo il sole.
Piove, e il sole si nasconde. Ma tu lo sai che è sempre lì, vero?

"Da giorni sono in terapia, ciao dottore mi servono cure per la schizzofrenia, vedo fantasmi con tutti i crismi in casa mia, mi hanno detto che è tutto frutto di fantasia..."
Caparezza "Dualismi"

Ieri mi sono fatto 20 Km di G.R.A., ho parcheggiato all'Anagnina ("parcheggiato" è una parola grossa), poi una quidicina di fermate e sono arrivato a lavoro. Con quarantacinque minuti di ritardo, ho impiegato due ore. Oggi ho fatto 20 Km di G.R.A., però dall'altra parte, Laurentina, cinque fermate e poi tutta la linea del 23. Stesso ritardo, ma stavolta due ore e un quarto di calvario. Devo trovare una soluzione.
Ho pensato ai pattini. Ho visto che vanno molto, sembri un figo e se giri in mutande nessuno ti dice niente. Poi ci fai tutto: puoi salirci le scale e puoi anche scenderle (la seconda più rapidamente poi), ti ci lavi, ci fai l'amore, poi mandi le foto in giro, e il tutto senza toglierli!
Della stessa pasta la bici, molto più comoda forse. Purtroppo c'è il fattore sellino. Da mesi gira una famigerata banda per le strade di Roma, "Quella della Sella", che fanno incetta di sellini. Così i possessori di bici sono obbligati a girare sempre con questo ammennicolo di forma fallica in mano, e lo difendono a costo della vita. Non fa per me.
Un'altra soluzione può essere la Smart. Pratica, comoda, piccola e se hai una borsa abbastanza grande sai sempre dove parcheggiarla. Oppure la porto su in ufficio e la uso come posacenere.
I mezzi sono da escludere. Primo perchè mi conviene dormire in ufficio piuttosto che tornare a casa (sono almeno due fusi orari di differenza). Terzo perchè non mi va di passare tutte le sere e le mattine appiccicato a gente che già alle sette di mattina è sudata come un Cowboy gay dopo il campeggio. Il secondo l'ho saltato, non è un motivo valido.
E' rimasto solo il caro, vecchio treno, tenero ricordo d'infanzia. C'è una piccola stazione vicino da me. Se rimarrò, quella sarà il mio Stargate.

"...lascio indietro dei sassi sui miei passi per non dimenticare la strada che ho percorso, fino ad arrivare qua. E ora dove si va? Adesso si riparte per un'altra città..."
Lorenzo Cherubini "Questa è la mia casa"

Alla fine è vero, sono un pagliaccio. Alla faccia di chi lo dice per scherzo (ma poi neanche troppo). Perchè cerco sorrisi anche in mezzo alle lacrime. E non è facile fare il buffone quando vorresti essere solo e fissare i tuoi occhi nel vuoto. Invece è facile strappare risate a chi è stanco di piangere, facile coprirsi di ridicolo per la goia degli altri. Tanto facile quanto vigliacco.
E' stato un pò così, tra il dolore e il sorriso, tra il ricordo e un futuro senza passato. Sarà così, con sempre meno dolore e con sempre più ricordi. Questo è quello che spero per tutti noi; per chi è stanco di sperare, prometto, lo farò per due. E riderò per due se servirà, perchè sono un pagliaccio.
La vita è un mozzico, diceva. Poi da solo ho scoperto che quel morso ti lascia sul palato un gusto strano: non solo uno, neanche definito. Può essere amaro e dolce allo stesso momento, aspro e delicato, piccante e completamente sciapo. Però è un gusto unico e come tale va assaporato, prima che il cameriere ci porti il conto. Ma la prossima volta, giuro, facciamo alla "romana". Vedi, l'avevo detto che sono un pagliaccio.
A piangersi addosso non ci vuole niente, ma ridersi. Ed è come tutte le cose più difficili, che poi sono le più belle.

"Quanti mari deve superare una colomba bianca prima di addormentarsi sulla spiaggia? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento..."
Bob Dylan "Blowin' in the wind"

C'era gentilezza nei tuoi occhi e chissà se oggi mi hai sentito piangere. Mi ricordo quando mi sorridevi, come un Gesù a un bambino. So che sono fortunato, così come so che il paradiso dà e il paradiso toglie. Ma ricordo ancora di quando mi sorridevi, come un Gesù a un bambino. Cos'ho imparato da questo? Pensavo di poter riuscire a non sentirmi così. Ma so che quando conosci l'amore, quando finalmente realizzi che esiste, il ricordo di quell'amore verrà a trovarti ogni fredda notte che il cielo saprà mandare. Quando sei stato amato in questo modo e non puoi dimenticare la felicità che ti ha donato, il ricordo di quell'amore saprà consolarti quando ogni speranza sembrerà persa.
C'è tristezza nei miei occhi, e non posso pensare ad altro, non so provarci forse. E' il ricordo di quando mi sorridevi, come un Gesù a un bambino. Solo freddo e tristezza, ma con i tuoi ultimi respiri hai salvato la loro anima. Mi dicono che ora sorridi, come un Gesù a un bambino. E tutte le parole che non hai potuto dire, le scriverò per te. E l'amore che non hai potuto dare, ne darò per due a chi saprà aprire il cuore. Ogni singolo gesto, ogni singolo pensiero, ogni tua voce sono diventati parte di me. Sarai sempre.
Sono stato amato e so cos'è l'amore. Il suo ricordo sarà sempre al mio fianco. Ma quell'amore che ora mi manca era come Gesù per un bambino.

Inspired by "Jesus to a child"