Ci sto provando, davvero. Mi sono messo d'impegno a ripassare riga per riga quel racconto triste e malinconico che sembra non finire mai. Sfoglio, e quando sono arrivato alla fine del libro ecco che mi accorgo di due pagine in più, poi quattro, poi due ancora. Adesso, forbici alla mano, non ho intenzione di cancellare tutto. Come in quel film dal libro con le pagine incollate, nasconderò questa storia sotto altre parole, magari meno avvincenti e vere, ma perlomeno vive. Non sono contento di farlo, affatto. Ma ho scelta? No, io no.
Ho intenzione di aprire un altro blog. Davvero, non sono pazzo. O sì? O no? O sì? O no? Comunque non voglio svelare l'argomento. Butto un aiuto, vediamo chi c'azzecca: "Ero nella Valle della Morte". Tosta eh? Secondo me ci pigliano due, massimo tre persone (altro aiuto!).
Niente Caparezza stasera. L'ho saputo adesso. Peccato, ci tenevo. E' uscito il suo libro e l'ho già preso. In più oggi esce il suo nuovo disco. I portafoglio piange, urla e si dispera quindi penso aspetterò per l'acquisto. Intanto scarico. Ho detto scarico? Scherzavo eh!
Quanto costa la felicità? Più o meno quindici centesimi. O diciotto senza scatto alla risposta. O ancora tre righe completamente gratis, qualche minuto appena. Costa un sorriso, una carezza, una parola, forse due. Costa un abbraccio, un bacio, un metro di lingua. Io continuo a incontrare spilorci su spilorci, o peggio, gente che scialacqua i suoi sentimenti senza badarci troppo. Che dire? Basta dare e basta chiedere. Faccio da me, come sempre, forse male.
Non ridere delle disgrazie degli altri, perchè loro piangono le tue fortune.

"Io non credo in molte cose, ma in te... ci credo"
Simply Red "For Your Babies"

Che tempesta di idee! Ieri brain storming con i figaccioni dell'ATL. Io piccolo spauracchio dell'inutilità umana, intimorito dall'esperienza di cotanta sostanza entro nella sala riunioni con uno dei miei compagni di stage. Ero pronto a essere travolto dalla loro creatività, o almeno dalla loro esperienza. Pensavo: "Adesso qualunque cosa dirò sarà una figura di merda di fronte alle loro teste d'artista della comunicazione". Dopo dieci minuti di silenzio di tomba, alzo la manina da stagista e comincio a parlare. Sono state tre ore in cui loro non hanno tirato fuori nulla, se non cazzate enormi sulle quali si fissavano e che il direttore creativo bocciava tra fragorose risate. Io non credo di essere stato più utile di loro, mi sono solo sentito come un bambino deluso dalle aspettative di un gioco divertente. I baluardi di questa agenzia non sono riusciti a tirar fuori nessun coniglio dal loro cilindro e alla fine le idee maggiori sono arrivate da noi stagisti, forse perchè menti più fresche (mentine insomma). Contento d'essere stato utile, ma deluso dal sistema. Loro quelli che dovrebbero guidarci? Sto cominciando a capire che questo ambiente non è così meritocratico come si dice. O meglio, se sei bravo entri, ma entri anche se sei un paraculo col botto. E forse, fai anche più strada.
Stamattina ho pogato sulle note di "Cento passi" dei Modena City Ramblers, poi "Time is running out" dei Muse. Divertente. L'altro giorno invece mi hanno portato i biglietti per "Fuoriserie", l'expò di auto e moto d'epoca che si terrà alla fiera di Roma. Non sono un patito d'auto ne di moto, ma tutto ciò che è vecchio e bello mi piace e penso che ci andrò.
C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Che c'entra? Niente, solo che non so più che cazzo scrivere. Quindi basta.
Non c'è merito nel voler arrivare in cima. Il merito è nel trovarsi bene a valle.

"Volevo la libertà, legato e limitato. Ho cercato di rinunciare a te ma sono drogato. Ora che sai che sono intrappolato... non ti sogneresti mai di spezzare questa fissazione"
Muse "Time is running out"

Tutta la vita davanti. E' un ottimo film e lo cito per una sua scena. Più precisamente quella che apre il film. La protagonista (a mio avviso bellissima, Isabella Ragonese) ci racconta di una delle sue fantasie: s'immagina la gente per le strade, sugli autobus e nelle macchine cominciare a ballare all'unisono a ritmo di musica. Niente di che, se non fosse che è la stessa cosa a cui penso io, ogni benedetta mattina mentre prendo la Metro A, direzione Lepanto. Con il mio Ipod a portata d'orecchie, ogni mattina ascolto una diversa colonna sonora di questa mia stramba fantasia. Quelle che preferisco sono le hit degli anni ottanta, e la musica folk/rock, soprattutto negli orari di punta quando si può pogare alla grande. Stamattina è toccato a "I want your sex", ed era bellissimo immaginare quella vecchina coi capelli biondi avvinghiata alla sbarra di ferro, mentre agitava la borsetta tra i passeggeri increduli. Chissà se là dentro la gente si chiede perchè sorrido come un deficente?
Ho tagliato i capelli. Ogni volta per me è un evento, una rivoluzione. Odio farlo, ma fino ieri sembrava avessi vissuto per mesi relegato in un'isola deserta. Poi ho deciso, sono andato dal giardiniere per potare e alla fine mi sono seduto. Ma è normale che ogni volta che mi fanno lo shampoo io entri in catalessi? Troppo rilassante. Insomma, al taglio c'era questa specie di ibrido, tra Anna Oxa e Annalisa Minetti, che mi ha fatto un'acconciatura da brivido, anzi, da tutti i brividi del mondo. Nel senso che appena alzato avevo i capelli come Jim Carrey in "Scemo e + Scemo". Ho pagato, sono uscito e li ho arruffati per evitare figure di merda. Ora ho capito cos'è che aveva della Minetti.
Pensavo l'altro giorno al ridere e al sorridere. C'è una bella differenza. Si può ridere quando si è infelici, anche di gusto, ma non si può sorridere. Parlo di quel sorriso che rende bella qualunque persona, quello che si legge negli occhi. Conosco persone che si sforzano di sorridere ma che non riescono a nascondere la tristezza nei loro occhi. Il sorriso ha una magia, una delicatezza unica che lo allontana anni luce dalla goliardica risata. Alla faccia di chi si circonda di persone che fanno e sanno ridere, ma che non sanno cosa sia un sorriso sincero.
La risata per dimenticare i problemi, il sorriso quando non ne hai.

"Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell'ingiuria, che agguanto per sentirmi vivo al guscio della mia capigliatura"
Angelo Branduardi "Confessioni di un malandrino"

E' notte alta e sono sveglio. Non mi godevo la notte da un po' di tempo. Devo dire che mi mancava. La quiete, l'oscurità, la solitudine. Che dire? Che allegria! Però la notte posso pensare in pace (quello che non faccio di giorno purtroppo).
Oggi ho dormito fino all'una. Che bello. Benedetto week end, santo subito chi l'ha inventato. Come Dio? Vabbè facciamolo santo allora. Come è già santo? Più che santo? E che sarà mai, il creatore del cielo e della terra? Ah sì?
Sono impaurito. Ho paura di aver perso la fiducia di una persona a cui tengo. Molto, la persona a cui tengo di più. Maledette distanze, maledetto lavoro, maledetta Punto scalcinata. Sì, sarei così matto da farlo, ma forse non sarebbe un bene per nessuno. Riconsoliamoci con Corrado Guzzanti su YouTube. Ma se po' campà così?
Per non parlare del nonnismo in agenzia. Che covo di vipere. Se non la smetto di rispondere a ogni provocazione fra un mese sarò già a piede libero. Ma non penso che smetterò. Se pensano che starò lì a leccargli il culo perché là dentro mi ci hanno messo loro, sono fuori strada. A ogni battutina ce ne sarà una pronta, più cattiva e sempre più stronza. L'acidità va ripagata con il sarcasmo, che piaccia o no. Tanto a me piace.
Cos'è rimasto di vero ormai se non le bugie per amore?

"Cosa vuoi più da un amore che fa piangere e incazzare, ma che in fondo fa soltanto il suo bellissimo mestiere?"
Marco Masini "Il bellissimo mestiere"