Che noia, barba, tedio, sbattimento, grigiore, pesantezza, uggia, seccatura, monotonia, rompimento di palle, zebedei, testicoli, coglioni, scatole, marroni, corbelli. Non mi piace stare senza far niente. O meglio, mi piace ma alle mie condizioni. Sdraiato, ascoltando musica, con qualcuno affianco con cui parlare e/o fare altre cosuccie che non posso scrivere sennò mi denunciano. Manco la sigaretta ci metto nella lista o, che ne so, il mangiare. Neanche un film, troppo faticoso tenere gli occhi aperti. Sdraiato dove però? Non so, va bene qualunque cosa di morbido, dalle tette di Aida Yespica a Giuliano Ferrara. Aspetta, morbido sì ma non sudato. Eliminiamo Ferrara.
Sta per finire la prima settimana. Bella per certi versi. Che faccio? Lo dico? No, non lo dico. Anzi racconto una barzelletta. E' la nuova tattica: appena sta per uscire TAC! cazzata. E lo blocco in gola, così rimane nei pressi di dove è partito. Dicevo, la barzelletta. Sapete qual'è il poliziotto più sfortunato? Quello che muore al posto di blocco. E quello più fortunato? Blocco!
Silenzio. Non si muove una foglia. E' colpa della freddura o del freddo che è tornato a rompere i coglioni, palle, zeb... vabbè basta.

"In principio, dunque, era la noia, volgarmente chiamata caos. Iddio, annoiatosi della noia, creò la terra, il cielo, l'acqua, gli animali, le piante, Adamo ed Eva; i quali ultimi, annoiandosi a loro volta del paradiso, mangiarono il frutto proibito. Iddio si annoiò di loro e li caccio dall'Eden."
Alberto Moravia "La noia"

Torno ora, dopo sedici ore lontano da casa. Giusto il tempo di dormire e fra cinque ore riparto, per tornare non so quando, non so dove. Sono felice, credo. Cioè, non so cos'è di preciso la felicità, ho delle vaghe idee, figlie di momenti felici già vissuti. Per fortuna sono parecchi e posso fare il paragone con adesso. Qualcuno di quelli passati vince, vittoria schiacciante oltretutto; altri non reggono minimamente il confronto.
Ho incontrato Fabio Volo l'altro ieri. E 'sti cazzi?! No vabbè, era così per dire. Lo facevo più alto. Ho incontrato anche mio cugino. Lui invece era alto come me lo ricordavo, sebbene sia basso.
Secondo me la vita è una sola. Davvero. Non credo nella reincarnazione. Se ci fosse, esisterebbe un Dio, e non può esistere nessun Dio così crudele da permettere a Malgioglio di riproporsi per millenni. No davvero, la storia del diluvio sarebbe una marachella infantile in confronto.
Ma la pioggia può lavare via i ricordi malinconici di un amore perduto? Non finché i Negramaro ci faranno canzoni. Vabbè che come sto adesso mi sale un groppo in gola pure con la sigla dei Puffi. E' più forte di me, alla strofa "due mele o poco più", scoppio in lacrime. Il dottore dice che non devo preoccuparmi. O è un stato d'animo di passaggio o anche lui si commuove quando la sente.
Non pensare troppo a quello che fai o avrai meno tempo per farlo.

"Non mi va di citare nessuno. A me non mi citano mai! Stronzi!"
Simone Giambartolomei

Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro e poco amore rendono Simone schizofrenico (con attacchi di rabbia narcisistica in volontaria). Troppo lavoro... oh, è tardi, devo scappare. Ciao.

"Tesoro, luce della mia vita, non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente. Soltanto quella testa te la spacco in due! Quella tua testolina te la faccio a pezzi!"
Jack Nicholson/Jack Torrance "The Shining"

Parlavo di morte l'altro giorno. Non mi ricordo con chi di preciso ma sono sicuro che parlassimo del nostro funerale. So che per me non è il periodo giusto per parlare di queste cose. Ma sapete come sono. Un idiota. Così discorrevo su come volevo fosse il mio funerale. Non c'è molto da dire: allegro non è possibile, non chiedo questo a entrambe le persone che mi piangeranno; triste neanche però e quindi l'unica soluzione è che ci pensi io (da morto) a ravvivare la situazione. E questa soluzione l'ho trovata: è in "Man on the moon", film biografico di Milos Forman sul comico Andy Kaufman, con Jim Carrey. A parte il bellissimo film, mi ha colpito la "messa in scena" della sua camera ardente. L'accaduto è vero (a conferma dell'irreale vita del comico televisivo) e c'è del folle, ma mi piace. Non so se avrò mai il coraggio di organizzare una cosa del genere, ma spero di trovare un giorno una persona matta abbastanza da appoggiare la mia scelta pazza.
Non vivere è la peggiore delle morti.

"Morire è l'ultima cosa che farò"
Roberto Benigni

Tempi duri per i troppo buoni. Recitava così una pubblicità dei Ringo qualche anno fa, e mai headline fu così profetica. Perché qui il buonismo non ci dà il pane ma solo mazzate sui denti. Eppure si va avanti per la nostra strada. La mia è ricoperta di brecciolino, maledetta la ditta che l'ha presa in appalto, e a ogni passo mi sembra di affondare. Ma poi m'accorgo che c'è ancora la terra sotto i miei piedi e continuo il cammino come nulla fosse. Menefreghista, irresponsabile, non so, fate voi. Alla fine mi piace dovermela fare a piedi e mando affanculo quelli che sfrecciano sulla strada della vita con i loro ghepardi a due ruote. Mi piace sudarmela, ma arrivare a fine giornata con un sorriso sulle labbra. Un po' felice, un po' ebete. Certo, aspetto di arrivare a fine giornata ridendo a crepapelle ma per quello c'è tempo.
C'è ancora tempo per trovare quello che manca nella mia valigia. C'è una camicia un po' sgualcita, con la quale sono nato. Una penna e molti fogli riempiti solo a metà. Ci sono tante foto, tante quanti i ricordi che ho stampati in mente. Poi un intrusore anale, per abituarmi a prenderlo in quel posto. C'è quasi tutto, c'è ancora posto ma non basterà mai e non ci entrerà mai tutto.
So che mi basta poco e potrò partire. Mi mancano solo un paio di ali e potrò volare via. So anche dove rimediarle, ma la fila al check-in sembra interminabile. Così continuo a quota bassa, si sta abbastanza bene. Tira un brezza fresca e una boccata d'aria è quello di cui ho bisogno ora.
Quando ti senti soffocare, per sopravvivere basta un pò d'ossigeno. Ma per vivere?

"Basta conoscersi e sapersi accontentare; e in questo io, modestamente, sono sempre stato un grande perchè per vivere a me non serve niente, solo aria. Soltanto aria..." Daniele Silvestri "Aria"

Oggi è il giorno. "Tranquillo" è la parola d'ordine. Infatti, stanotte non ho chiuso occhio, e non per il solito motivo. Era il risveglio che mi preoccupava e chi mi conosce lo sa. Così, oltre ad aver avvertito tutti quelli che conosco perchè mi squillassero e l'esercito così che bombardasse il mio terrazzo (ogni rumore era ben accetto), ho passato una notte insonne. O meglio, come dire, ho dormito a intermittenza. Ogni ora, puntuale, mi svegliavo in preda all'ansia urlando "Devo andare! Devo andare!". Sono andato avanti così fino alle 6.00, quando il rituale ha cominciato a manifestarsi ogni mezz'ora. Fino alle 7.30, poi mi padre è antrato in camera: "Svegliati, è ora". "Sono sveglio cazzo! Sono sveglio sveglio sveglio!!!". Coi nervi a pezzi sono uscito, e ho raggiunto in meno di quanto pensassi la mia postazione. Ora sono qui. Navigo, chatto, posto. Non è quello che mi aspettavo, non ancora. Ma me lo godo, prima di sudare l'anima.
Non so se me lo merito, davvero. Una volta ho scritto "I meriti sono figli dell'impegno e del duro lavoro". Lo so che questa non è una regola, ma avrei voluto tenerla di più a mente.
Lavorare per vivere o vivere per lavorare? Lavorare per divertirsi e divertirsi a lavorare, senza dubbio.

"C'è spazio in cima ti dicono ancora, ma prima devi imparare a sorridere mentre uccidi se vuoi essere come la gente sulle colline. Bisogna essere un eroe della classe operaia..."
John Lennon "Working Class Hero"

E' come smettere di fumare. Perché fumare è un po' così, comprende tutti e cinque i sensi. E' tatto, sentire la sigaretta fra le dita, muoverla con quel ritmo un po' isterico fino a far cadere la cenere, residuo di un gioia consumata veloce. E' vista, sentirsi anche un po' fichi, e vuoi o non vuoi è questa l'impressione che dai e vuoi dare anche se nessuno lo ammetterà mai. E' olfatto, avvicinare la sigaretta al naso, sentire l'odore forte del tabacco salire su per il naso prima che scenda giù nei polmoni. E' gusto, quel sapore deciso che compromette il palato, così sgradevole che non puoi farne a meno. E' udito, tirare e nel silenzio sentire la brace ardere e consumare piccoli pezzetti di vita. Così ti consuma quel vizio, di cui non puoi proprio farne a meno. Fumare, nessuno smette mai veramente, nessuno può. Il più delle volte è solo un esilio forzato dal piacere.
Qualcuno forse ha capito di cosa sto parlando. Non voglio nasconderlo, ma sicuramente ometterlo funziona meglio. Io provo a smettere, evito il tabacco come posso, col rischio di apparire isterico e stupido. Non voglio, ma quel enorme tumore che mi sta crescendo dentro mi sta distruggendo. Il dottore ha detto di farla finita; e di mangiare un sacco di carboidrati. Ma che c'entreranno 'sti carboidrati poi?
Il piacere prima o poi diventa inevitabilmente un vizio.

"Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore."
Sandro Pertini