Tési per la tèsi. Scusate il triste gioco di parole ma è così. Una vibrante tensione risoltasi poi in una bolla di sapone, anzi, in una innocua e simpatica scoreggietta! Chi aspirava a lavorare per "chissàqualepopodazienda" s'è ricreduto e zitto zitto ha abbandonato l'aula con molta meno fierezza di quella di Celentano ieri (anche se in quel caso la "causa" era semanticamente diversa). Ebbene sì, noi cinici pubblicitari, bracci destri del capitalismo (più che destri, sinistri e arcigni) ci tufferemo in un impresa degna del miglior Don Chisciotte: la fame nel mondo. Combatterla, sfinirla e debellarla, il tutto solo per conquistare un misero 30 che non sfamerà di certo la brama di gloria dei più. Da par mio, è la solita solfa. Sono d'accordo, non è esaltante, e sarebbe stato gagliardo lavorare sulle marche del momento o su quelle che lo sono sempre state. Ma non è compito del pubblicitario rendere fico e appetibile ciò che non lo è affatto?
Inizia un altro capoverso, ma la verità è che la tesi è l'argomento del giorno. Per me poi è addirittura doppia. Ebbene sì, farò parte di addirittura due coppie creative, la doppia metà di un cestino di mele pronte a scannarsi come neanche i più feroci piranha. Devo ancora capire come, dati i miei innumerevoli impegni da fancazzista. Devo capire se farò due presentazioni distinte. Devo capire se posso. Ma soprattutto devo capire se ce la farò! Ovvio che no! Viva la vita!
Al momento della resa dei conti, un vero uomo deve fare la sua scelta. Tette o culo?

"Le ragazze, come le comete, quando brillano vuol dire che hanno già deciso di tuffarsi... e qui dall'altra parte siamo noi... che non ne veniamo mai a capo, mai a capo..."
Edoardo Bennato "Le ragazze fanno grandi sogni"

Fossi figo. E invece no, mi tocca fare un miscuglio di Ursule Andrese, Barbere Buquè e Laure Antonelle, mi tocca inventarmi "limejomortaccimia" perchè altrimenti quant'è dura la salita. E' come alle corse, devi avere fortuna. A volte non basta neanche quella, e allora ci vuole proprio culo. Io ce l'ho il culo, dalla parte sbagliata ma ce l'ho. Forse il problema è che ce l'ho in faccia, come diceva De Andrè "troppo vicino al cuore". E sebbene non sia io così, mi ritrovo a fare cose di cui mi vergogno, che la mia timidezza ben celata dietro la maschera dell'ironia mai e poi mai sognerebbe di fare. Insomma ci provo, consapevole che potrei fallire, come è già successo. Anzi, consapevole di un sicuro fallimento, e lo faccio comunque. Non è strano? Avere la certezza di non riuscire, e provarci. Ma questa certezza in fondo chi me la da? Io sono arrivato al punto di non fidarmi di nessuno, neanche di me.
Ho preso una pianta carnivora. Ho preso due piante carnivore. Ho preso due piante carnivore e un gattino. Calma, qualcuno potrà pensare che le due specie non possano convivere. Sbagliato cari bambini. Le piante carnivore mangiano insetti e non hanno niente a che vedere con quelle dei cartoni, dei film d'avventura o della Famiglia Addams. Mangiano solo ed esclusivamente insetti. Però ho chiamato il mio gattino "Mosca", vediamo se vanno in paranoia.
Che fate il primo Maggio? Io non lo so. Non mi va di fare niente, ma alla fine qualcosa si farà. So che non lo passerò con chi vorrei, ma so anche che con chi vorrei è improbabile quanto impossibile. Per adesso me ne faccio una ragione, inutile barcamenarcisi su. Si avete letto bene, barcamenarcisi. Giuro che esiste, non è un refuso!
La vita che vita sarebbe senza errori? Forse una "fita"?

"Sarà che le ragazze con cui esco hanno tutti i mostri sotto il letto, le voci nella testa e fanno il nido in mezzo alla tempesta..."
Giorgio Canali & Rossofuoco "Mostri sotto il letto"