'Na Giacca E 'Na Cravatta

"Dottore non mi sento considerato". "Avanti un altro"! Che palle quand'è così, quando la mia mente comincia a viaggiare fino a crearsi migliaia di storie, tutte giuste e tutte sbagliate. Chi può sapere la verità? Io no di certo, ma tra non sapere e sapere è sempre meglio erudirsi. Erudirsi, non nel senso che ho prurito e mi erudisco. Comunque è una situazione brutta brutta, solo per me, ma brutta. E che dovrò risolvere prima o poi. Perchè il mio umore non può essere dettato da una manciata di byte.
Oggi cena! Che figata quando c'è gente a casa. Poi nanna perchè domani ho un matrimonio. No, non ho optato per il suicidio, io sono ancora semi-libero. Il matrimonio è di un'amica. E per la prima volta dopo la cresima, i miei mi hanno convinto a comprare un vestito elegante. Io volevo venire in jeans e camicia (per me il massimo dell'eleganza), ma dopo un lungo dibattito (litigio sanguinolento) ambo le parti (mia madre) hanno deciso che era proprio il caso di vestirsi giacca e cravatta (però paga lei!). Così dopo un lungo pomeriggio a dare spettacolo a zie, cugine e amiche, al secondo piano di un negozio sulla Tuscolana ho scelto la mia suite. Completo nero, a righe lucide, camicia viola scuro e cravatta sottile nera. Very Morgan. E devo ammetterlo. Mi piace.

"Mi hanno detto che un uomo dovrebbe essere fedele e dovrebbe camminare anche se non può, e combattere fino alla fine... ma io sono solo un essere umano..."
Michael Jackson "Will you be there"

Esercizi Di Stilo

Scrivo ma non è che ne abbia tanta voglia. Poi non so cosa scrivere e va a finire che uso questo blog come un pallossissimo diario personale. A proposito, ieri si è successo che... no no, basta. Dovrei usarlo come sussidiario, come blocco per i miei esercizi di stile. Per esempio potrei scrivere una lettera a un improbabile papà sudamericano che non ho mai conosciuto. Come attaccherei? Caro babbo? No. Forse "Hola Babbo!". No. Meglio dire "Grandissimo pezzo di stronzo". Sì. E continuerei dicendo "Fanculo tu e la Carrà, che se si azzarda a portarti qui ti rispedisco in Bolivia a calci nel culo". Una cosa del genere.
Ecco l'idea creativa! La lista della spesa, però romanzata. C'era una volta un litro di latte che lungo un sentiero di Cheerios al miele incontrò un sacchetto di American Bread. Il sacchetto era molto stanco ed era seduto su un barattolo di crema al latte. Era lì che piangeva succo di pera e urlava "Pasta! Pasta! Non ce la faccio più". Poi... Aspetta, come ce le metto le frattaglie di pollo? No basta, che palle. E poi sicuramente la userà Baricco per il suo prossimo libro questa idea. Solo che la sua sembrerà una figata.
Ora mi metto ed elenco tutte le parole che conosco che iniziano per "Y". Allora... Ypsilon. Poi... c'è anche... cosa là... Ying, e poi pure Yang. Tiè, già siamo a tre. Roba seria. Potrei continuare per ore, ma anche no.
Ho aspettato tanto, e finalmente posso cominciare ad attendere.

"Aver paura di innamorarsi troppo, non dire niente per non sciupare tutto. Voler restare e invece andare via è proprio un vero dolore..."
Lucio Battisti "Aver paura di innamorarsi troppo"

Hot Shots!

Afa, afa. Caldo afoso, come un recente ricordo di letame equino. Mi squaglio in quest'afa crudele. Roma è una fornace, i miei capezzoli carboni ardenti che consumano la maglietta. Mi frigge il cervello, la saliva si ritira e si rintana nella mia gola arsa. Ascelle in fermentazione, sudore che muore sulla mia epidermide col tipico friccichio delle patatine nell'olio bollente. Vapore dagli occhi, palle intrise di benzina pronte ad esplodere dalle orbite come dardi infuocati. La pelle ceramica incandescente, rosso acceso, emano calore come una stufa a legna, potrei cuocermi un uovo in fronte. Le dita sono spiedi su un braciere rovente, un fantomatico Re Minchia, tutto quello che tocco sciolgo. La bocca come un phon, l'alito una fiamma che respinge ogni speranza di fresco riposo. La lingua figlia dell'arsura, pochi movimenti per non crepare ogni sua piccola venatura. Nello stomaco un inferno dantesco di fuochi d'artificio, esplosioni d'ogni sorta che mi uccidono da dentro. Sono debilitato. Ho reso l'idea di quanto ho caldo?
Oggi è un giorno speciale. Cioè, ogni giorno è un giorno speciale, ma oggi in particolar modo. Oggi è l'anniversario della nascita di un mio amico. Sì, lo so che si dice "compleanno", ma sentite "anniversario della nascita" quanto fa fico? Vabbè, insomma nasce 'sto coso, 'sto regazzetto. Simpatico, a modo, insomma un tranzollone. Stasera si festeggia (nei limiti) e domani è un altro giorno. Ovvio.
Qualcuno mi può dire dove sono andati a finire gli Europe?

"Ora so che "amore" è solo un'altra parola per spiegare quello che provo"
Europe "I'll cry for you"

Ostinato E Contrario

E' la fine? Non lo so, so solo che la fine s'avvicina. Tranquilli (se mai qualcuno s'agitasse), sto bene, almeno per quanto riguarda la salute. Però non so cosa pensare di questa situazione. Immagino che abbia poche speranze, immagino che dovrò alla fine arrendermi. Questo è quello che mi dicono, e che in cuor mio so essere in parte vero. Ma sapete come sono fatto, testardo e cocciuto (e anche un pò irresponsabile). Ho aspettato tanto questo momento, nascosto in un angolo senza far rumore, per non dar fastidio. Perchè è quello che credevo giusto. Ho cercato anche di affacciarmi e vedere cosa c'è fuori, ma appena uscivo sentivo troppo freddo. Un gelo che mi diceva che quello non era ciò che volevo veramente. Ora forse è il momento di uscire fuori, di spuntare dalla finestrella col mio sorriso idiota e dire "Ciao! Ti ricordi di me?". E' valsa la pena aspettare, e anche se non arriverò da nessuna parte, so che aver aspettato è valso davvero.

"E ora, la fine è vicina e quindi affronto l'ultimo sipario"
Frank Sinatra "My Way"

Perdiana, Jones!

Datemi dello stupido. A prescindere, mettetevi in testa che dopo aver letto questo io sarò additato come scemo. Perchè non tutti capiranno quello che provo, quello che tutto ciò significhi per me. Ma lasciate che mi spieghi meglio.
Premessa. Cos'è il cinema? Sergio Leone (mica uno qualunque) disse "Il cinema dev'essere spettacolo, è questo che il pubblico vuole. E per me lo spettacolo più bello è quello del mito". Giusto, niente da ridire. Però ci sono dei film che vanno oltre il semplice mito. Arrivano là dove dormono i sogni e li svegliano dal loro torpore. Ci riescono ancora meglio con i bambini, quando i sogni che volano bassi sono più vicini al cuore, mentre i grandi non sono abbastanza umili e innocenti da abbassarsi a raccoglierli e preferiscono lasciarli lì dove sono. E' questa per me la completa seppur semplice definizione di cinema: mito e sogno. Se poi aggiungi che quel film ha accompagnato la tua infanzia e ti ha dato modo di non smettere mai di sognare, forse si riesce a capire cos'è per me quel film.
L'ho visto. E ho sentito un piccolo dolore al cuore durante i titoli di coda. Quella musica che mi faceva rabbrividire d'innocenza ogni volta che la sentivo mi è rimasta indifferente in quel momento. Non pensate che sto esagerando. Forse un pò, ma vedere la propria adolescenza cancellata in due ore scarse non è così piacevole come si crede. Poteva essere peggio, ma non è stato sicuramente piacevole. Non so neanche come esprimere quello che provo, mi sento amareggiato, tradito, pugnalato e sinceramente deluso. Che stupido che sono.
Il cinema è mito e sogno. E' la vita che si trasforma in fantasia, è fantasticare della propria vita.

"Non sono gli anni, sono i chilometri"
Indiana Jones "I Predatori Dell'Arca Perduta"