C'è napoletaneità nell'aria. Si può tagliare con un coltello, mentre usi i fendinebbia per fare a fette un prosciutto. A farla breve, ieri al Teatro Olimpico ho assistito insieme ai miei amici alla messinscena di "Bello di papà", l'ultimo spettacolo di Vincenzo Salemme. Molto bello, purtroppo imbruttito da una recitazione così così. Non voglio fare l'Ego spaccapalle (il critico culinario di Ratatouille), anche perchè non ne ho nè il diritto nè la facoltà. Però nel secondo atto è stato un susseguirsi di risate in scena e dimenticanze, un po' strano visto che lo spettacolo è in palinsesto dai primi di Aprile. Insomma, a parte questo è stato esilarante, due ore ben spese con la magia del teatro e gli stilemi della commedia all'italiana (e la verve unica di Salemme). La magia però è stata spezzata pochi minuti dopo la fine dello spettacolo, quando in allegria e spensieratezza abbiamo concluso la serata dallo "Zozzone di Porta Maggiore". Sembra una cosa schifosa, e invece no, è molto peggio.
E visto che c'è napoletaneità, ancora una cosa. Stamattina in Metro (dove ho preso una bella multina, contestabile per fortuna) il mio iPod, come sempre in modalità, random ha tirato dal cilindro una canzone che non sentivo da tempo. Anzi, una canzone che non vedevo, visto che avevo solo il videoclip sul Pc, che ogni tanto rispolveravo, soprattutto in compagnia. Invece oggi me la sono ritrovata sparaflesciata nelle orecchie. "O saaje comme fa 'o core" è una canzone scritta a quattro mani da Pino Daniele e Massimo Troisi durante il loro lungo periodo di collaborazione nella stesura delle colonne sonore di alcuni dei film di quest'ultimo. E' una poesia riadattata, e si sente. E' molto bella e mi ci sono un pò visto. Così, senza presunzione, l'ho leggermente "risistemata" alle mie esigenze, ma più che altro a me.

L'UNA

Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo
comm'è succiesso, ammore
ca è fernuto
ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Je no, je no
'o ssaje comme fa 'o core
je no, je no
quann s'è sbagliato

L'ALTRA

Tu sta 'nzieme a n'ato
je te guard
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'è fatt' annanze 'o core.
A me, a me
'o ssaje comme fa 'o core
a me, a me
quann' s'è annamurato

Non ho mai incollato qualcosa di un altro in questo blog, solo cose mie e qualche piccola citazione. Non prenderò questa brutta piega, promesso, soltanto che questa aveva un sapore particolare.

"Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta"
Pino Daniele "Napul'è"

2 commenti:

m-ela ha detto...

ch'emozione la citazione piu' amata.
guarda mi hai stravolto e cmq senza volerlo sei scivolato di nuovo ma dai che male c'è ad essere romantici.
vai alla grande

JimGiamba ha detto...

E grande Mela! Hai detto bene, che male c'è ad essere romantici. L'amore è una cosa meravigliosa (parafrasando un vecchio film hollywodiano). Ti prende e ti lascia quando meno te l'aspetti. E' uno stronzo ma bisogna amarlo per quello che è. E bisogna amarlo per quello di cui riesce a farti innamorare. Ti fa amare le puzze fatte per sbaglio, quelle fatte apposta, le doppie punte, le ascelle, le ascelle con le doppie punte, i fianchi grossi e le tette piccole. Ti fa amare il pelo sulla lingua, il pelo sullo stomaco e il pelo nell'uovo. Ti fa amare... vabbè 'nsomma hai capito il senso no? Ecco, quello. :D

Baci Guagliuncè