Ma che bello! Cosa direte voi? E che ne so, tutto e niente. C'è del bello un pò in tutte le cose, e la vera bellezza non esiste. "Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace" direbbe mia nonna, a ulteriore conferma che i detti popolari c'azzeccano (quasi) sempre. Da un pò vedo bello, anche se la vita ce la sta mettendo tutta a coprirmi gli occhi. Io non ci casco, bastarda di una vita. Voglio vedere la luce e la vedrò. Lo so, adesso avrei mille buoni motivi per andare giù, ancora di più; potrei scavare ancora, lo farebbe chiunque. Ma io sono così, irrazionalmente illogico, e vado controvita.
Sono pieno di speranza in questo momento. Trabocco speranza, ne perdo per strada tant'è. Chissà poi perchè? Chi lo sa, ma soprattutto chi se ne frega. Mi sento bene, senza aver eliminato nessuna delle cause del mio passato disagio. Forse le ho accettate o forse solo assorbite, ma tanto m'è bastato.
Intorno continua a girare male, non solo per me. Ma ci sarò per chi ne avrà bisogno.
E dimenticavo... mi piace! E non so il perchè. O meglio, non so le dinamiche di questa fissazione (roba a cui non sono abituato) ma, rimando qualche riga più su, chi se ne frega. Seguo l'istinto, seguo il giorno e vediamo dove mi portano. E se non mi porteranno da nessuna parte, allora chi se ne frega.
Prendere la vita con leggerezza non è da irresponsabili. Prendere la vita alla leggera invece sì.

"Gran parte delle persone più felici al mondo tornano a casa la sera che puzzano di sudore..."
Morgan Freeman/Dio "Una settimana da Dio"

Felicità: un bicchiere di vino, un panino dal burger, il rumore della moka, la ragazza che ti sorride alla fermata del tram, la tua squadra che segna all'ultimo minuto, la mano di tua madre che ti accarezza la mattina del tuo primo giorno di scuola, la ragazza che ami che ti guarda sognante, quella che ti piace che accetta di uscire con te, l'ubriacatura molesta con il resto della banda, la chiamata che ormai non ci speravi più, chiedere scusa dopo averla fatta grossa, il cielo, mettercela tutta, il tuo amico che ti dice che ce l'ha fatta, i sogni ad occhi aperti, tutto quelo che è stato e che deve ancora venire.

Felicità Alla Seconda: dieci bicchieri di vino, un panino fatto da tuo padre con gli avanzi del giorno prima, il sedere della cuoca, la ragazza che te la dà alla fermata del tram, la squadra avversaria che fa autogol all'ultimo minuto, la mano di tua madre che prova ad accendere la macchina ma "cazzo non parte, oggi non puoi andare a scuola", le ragazze del tuo harem che ti guardano sognanti, quella che ti piace che te la dà alla prima uscita (e chiama pure l'amica), l'ubriacatura molesta con chiunque capiti a tiro, la chiavata che ormai non ci speravi più, farla grossa, i rutti, mettercela tutta, il tuo amico che ti dice che se l'è fatta, i bisogni a cielo aperto, tutto quello che è stato e che deve ancora venire.

(Fine Prima Parte)

"Questa sera son caduto tra le braccia della luna e non mi importa più di ritornare giù!"
I Ratti Della Sabina "Fra le braccia della luna"

Ragioniamo. Cerchiamo di essere lucidi, solo per un attimo. C'è qualcosa che non va, qualcosa che non torna. Come siamo arrivati a questo? All'inizio era diverso. Non era rose e fiori, certo, ma era diverso, c'era nella aria profumo di speranza. Non credo di essere matto, penso ancora di distinguere bene e male, e sono sicuro che qualche tempo fa fosse bene. O perlomeno era normale, giusto. Adesso è cambiato tutto, l'indifferenza regna sovrana. Ora mi chiedo: cosa ho fatto? Se quello che faccio o non faccio meriti questo non lo so, probabilmente non ho capito un cazzo della vita, probabilmente gli altri ne capiscono più di me e sanno come comportarsi. Bravi, complimenti.
Ti sbatti l'anima per anni cercando di non tradire mai i tuoi sentimenti e le tue convinzioni. A che serve? A niente. Passi il tempo pensando che il tempo servirà a capire, o a far capire. Cazzate. Cerchi di essere il migliore, ma la gente il migliore non lo vuole. Il benessere? Tutto quello che vogliamo raggiungere, ma che non vogliamo avere. E' assurdo, ma è così. Cerchiamo l'illusione del benessere, perchè è più fico, perchè dura meno e poi puoi cercare un benessere sempre nuovo. E tutto questo è anche l'illusione del vivere. Se uno riuscisse soltanto per poco a fermarsi e pensare, solo con se stesso e nessun'altro a dispensare saggezza, perché nessuno può permettersi di sapere cosa fare della vita degli altri. Se solo riuscissimo ad affrontare i problemi con lucidità, solo e soltanto dal nostro punto di vista. Ma a quanto pare non si può.
Siamo destinati a vagare senza senso, a incontrarci e scontrarci con tutto e tutti, a bordo di questa pelle che nessuno ha chiesto ma che ci teniamo così stretta.

"...e mi sentivo... "Stupido"... ma che stupido, me sentivo ganzo, me sentivo gagliardo... "Stupido"..."
Latte e i suoi Derivati "Tu, sparviero della notte"

Mai capitato di sentirvi addosso dieci anni di più? Io in questo momento mi sento come un trentaduenne che lotta contro le responsabilità. Ma io non voglio adempirle, piuttosto evitarle e tornare il bambino che vorrei essere. Lo so che si può essere bambini a qualunque età, forse alla mia lo si è ancora, ma mi ritrovo in vestiti che mi vanno stretti e non c'è dieta che tenga. E poi a me la roba attillata mi sta male, mi fa venire l'orticaria. Ed è da coatti. Comunque, tornando alle responsabilità. Troppo spesso mi sento dire quanto sia responsabile, che coraggio che ho, e quanto sono un bravo ragazzo da persone che non mi conoscono per niente. Non è vero! Io non sono responsabile, io non faccio le cose perchè ho una volontà di ferro o perchè sono maturo e coscienzioso. Io faccio quel che faccio perchè so che devo farlo, punto. Non voglio, ma lo faccio. Penso che ognuno di noi si trova in dei momenti in cui va avanti, a testa bassa, senza pensarci troppo. Perchè è la cosa giusta, perchè è l'unica, fate voi. Senza farsi problemi, senza mille "ma" o mille "se". Ne bastano un centinaio.
La paura, quella bisogna averla, sempre. Non troppa, quella che basta per non farti fare cazzate enormi, quella che ti ferma al momento giusto. Ma io odio la paura che ti preclude di provarci, che ti fa dire "E se poi va male?". La odio. Cazzo, nella vita bisogna buttarsi, bisogna rischiare. A me questa paura mi ha fottuto spesso, e anche ora che la conosco qualche volta ci ricasco. E m'incazzo con me stesso. Poi mi passa però, alla fine facciamo sempre pace e mi offro anche da bere. Ma il punto non è questo, è quest'altro.
Ci sono stati molti cambiamenti nella mia vita di recente. Non parlo di sciocchezze, tipo che mi sono tagliato i capelli o che ho comprato vestiti vistosi. Parlo di cose serie, quelle cose che sono il confine tra il bambino e il bambino dentro. E sto cercando di cambiare un pò anche me. Più propositivo, più scapestrato e meno distratto delle cose e della gente. Magari mi sbaglio, e ho già cominciato a fare cazzate. Ma sinceramente non mi importa. L'importante è che le abbia fatte, non dove mi porteranno.
Immaginare chi diventerai è più facile che dimenticare chi sei.

"Ad ogni passo mosso, ogni cosa buona e bella cercata perchè fosse soddisfatto il desiderio di dolcezza... e in tutto questo il bambino è smarrito, il ragazzo è impreciso, l'uomo è sbagliato..."
Morgan "Altrove"