E' veramente, veramente tardi. Così tardi che è quasi presto. Sono le 5.15 e non mi sento nuovo a questi orari. Dovrei essere a letto, per dormire un pò o aquietare quei pensieri che sono spesso la causa della mia insonnia. Ma non stavolta. Perchè se sono qui, sveglio, sul mio divano rosso a scrivere col mio portatile è perchè qualche minuto fa ho potuto assaporare un piatto di una prelibatezza unica. Uno di quei sapori che non calmano solamente il tuo appetito, non solo sono capaci di deliziare il tuo palato, ma sanno emozionarti e scuoterti dentro. Non sono i ravioli di mia nonna, non a quest'ora. E' un film, uno di quelli che dopo averlo visto ne vorresti un'altra portata, e poi un'altra ancora fino a scoppiare. Forse sto esagerando, ma è così che mi ha lasciato "Ratatouille": con in bocca uno squisito sapore di gioia e appagamento. Non sto parlando del "Padrino", non so neanche se questo film merita tutta questa attenzione. So solo quello che ho provato, dall'inizio alla fine, dall'antipasto al dessert. Mi sento un nottambulo Egò che non può far altro che chinare la testa e arrendersi al meraviglioso mondo della fabbrica dei sogni.
Un grande film non ha bisogno di una grande trama, ne di ottimi attori o un eccelsa regia, ma del sapiente dosaggio di tutti questi ingradienti messi insieme.

"Chiunque può cucinare"
Gusteau "Ratatouille"

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