Alla fine è vero, sono un pagliaccio. Alla faccia di chi lo dice per scherzo (ma poi neanche troppo). Perchè cerco sorrisi anche in mezzo alle lacrime. E non è facile fare il buffone quando vorresti essere solo e fissare i tuoi occhi nel vuoto. Invece è facile strappare risate a chi è stanco di piangere, facile coprirsi di ridicolo per la goia degli altri. Tanto facile quanto vigliacco.
E' stato un pò così, tra il dolore e il sorriso, tra il ricordo e un futuro senza passato. Sarà così, con sempre meno dolore e con sempre più ricordi. Questo è quello che spero per tutti noi; per chi è stanco di sperare, prometto, lo farò per due. E riderò per due se servirà, perchè sono un pagliaccio.
La vita è un mozzico, diceva. Poi da solo ho scoperto che quel morso ti lascia sul palato un gusto strano: non solo uno, neanche definito. Può essere amaro e dolce allo stesso momento, aspro e delicato, piccante e completamente sciapo. Però è un gusto unico e come tale va assaporato, prima che il cameriere ci porti il conto. Ma la prossima volta, giuro, facciamo alla "romana". Vedi, l'avevo detto che sono un pagliaccio.
A piangersi addosso non ci vuole niente, ma ridersi. Ed è come tutte le cose più difficili, che poi sono le più belle.

"Quanti mari deve superare una colomba bianca prima di addormentarsi sulla spiaggia? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento..."
Bob Dylan "Blowin' in the wind"

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