"Everybodybody was Kung Fu fighting! Oh!" Woah! Sono lieto di presentarvi la canzone del giorno: "Kung Fu Fighting", simpatica canzonetta di Carl Douglas presa in prestito dalla Disco anni '80. Oggi ce l'ho nel cervello e non posso fare a meno di intonarla, fischiettarla, parapparla e lalallarla ogni 5 minuti. In più ho cercato di coinvolgere mezzo IED in un tragico karaoke ambulante, con scarsi risultati e facce perplesse purtroppo. Speriamo stasera passi, ma per adesso "...those cats were fast as lighting! Oh! Woah!".
Oggi è una bella giornata, che mi voglio godere prima del week end di fuoco. Sono veramente al limite di sopportazione. Per fortuna fra un mese finalmente mi godrò un pò di libertà. Spero. E siccome vengo accusato di essere troppo ermetico nei miei post, adesso vi rivelerò una cosa che è successa oggi. Sì, voglio fare outing. Insomma, oggi pomeriggio, catrumi piddi avi nu gnadderu, issu millami neo pratragnassi. Allora io non mi sono dato per vinto e gli ho detto "Atruzzi na siffa, ca muni punniggu". Chiaro? E non facciamo che qualcuno alzi la mano dicendo "Non ho capito". State più attenti la prossima volta. Somari.
La sensibilità vola via dai cuori dei... Everybody was Kung Fu fighting! Oh! Woah (non resisto, è più forte di me)!

"Tutti quanti stavano facendo Kung Fu... Uh! Weah!"
Carl Douglas "Kung Fu Fighting"

Eppure rido. Perché, in fondo, chi me lo fa fare a piangere? No, questa vita è un paradosso, mi paria addosso neanche fossi un pària disperso (sì lo so, 'sta frase fa molto Caparezza). Io comunque, rispondo di conseguenza. Rido, anche stupidamente, anche a costo di sembrare un cazzone. Perché so che lo sembro, e non dirò che vi sbagliate. Io sono un cazzone, lo ammetto. Il punto è che non sono solo un cazzone. Però mi piace farlo, e non mostrare il resto, tanto chi vuole e può sa vedere oltre la palla rossa sul mio naso.
A proposito di vedere, parliamo degli occhi. Queste due sfere, bulbi molto più che terreni, azzarderei un ultraterreni, che a volte vedono molto più di quanto ci sia da guardare. Io non so se so leggere il linguaggio degli occhi, so di certo che non è facile e che sapere di poter sbagliare è indiscutibilmente utile. E' vero che alcuni occhi sono come un firma che riconosceresti ovunque: il timbro su un assegno in bianco con cui ti ha liquidato il tuo amore, il segno nero che conclude il contratto con le tue amicizie, il ricordo a penna su d'una foto ingiallita di un tempo lontano. Io un paio di occhi li conosco, credo. E mi fa male vederci ipocrisie e falsità, amori rinnegati e tradimenti celati all'ombra del pensiero. Spero che sia uno dei miei film, l'ennesimo. Di certo, questo è un film da Oscar.
Cosa faccio? Resisto o desisto? Io provo a resistere, finché non arriverà un buon motivo per cedere allo stupido Cupido, perché io le motivazioni me le sono sparate tutte e la cartuccia del mio cuore langue.

"La vita è un'abitudine farcita di sorprese, è l'arte dei dettagli e delle attese..."
Enrico Ruggeri "I naviganti"

Tési per la tèsi. Scusate il triste gioco di parole ma è così. Una vibrante tensione risoltasi poi in una bolla di sapone, anzi, in una innocua e simpatica scoreggietta! Chi aspirava a lavorare per "chissàqualepopodazienda" s'è ricreduto e zitto zitto ha abbandonato l'aula con molta meno fierezza di quella di Celentano ieri (anche se in quel caso la "causa" era semanticamente diversa). Ebbene sì, noi cinici pubblicitari, bracci destri del capitalismo (più che destri, sinistri e arcigni) ci tufferemo in un impresa degna del miglior Don Chisciotte: la fame nel mondo. Combatterla, sfinirla e debellarla, il tutto solo per conquistare un misero 30 che non sfamerà di certo la brama di gloria dei più. Da par mio, è la solita solfa. Sono d'accordo, non è esaltante, e sarebbe stato gagliardo lavorare sulle marche del momento o su quelle che lo sono sempre state. Ma non è compito del pubblicitario rendere fico e appetibile ciò che non lo è affatto?
Inizia un altro capoverso, ma la verità è che la tesi è l'argomento del giorno. Per me poi è addirittura doppia. Ebbene sì, farò parte di addirittura due coppie creative, la doppia metà di un cestino di mele pronte a scannarsi come neanche i più feroci piranha. Devo ancora capire come, dati i miei innumerevoli impegni da fancazzista. Devo capire se farò due presentazioni distinte. Devo capire se posso. Ma soprattutto devo capire se ce la farò! Ovvio che no! Viva la vita!
Al momento della resa dei conti, un vero uomo deve fare la sua scelta. Tette o culo?

"Le ragazze, come le comete, quando brillano vuol dire che hanno già deciso di tuffarsi... e qui dall'altra parte siamo noi... che non ne veniamo mai a capo, mai a capo..."
Edoardo Bennato "Le ragazze fanno grandi sogni"

Fossi figo. E invece no, mi tocca fare un miscuglio di Ursule Andrese, Barbere Buquè e Laure Antonelle, mi tocca inventarmi "limejomortaccimia" perchè altrimenti quant'è dura la salita. E' come alle corse, devi avere fortuna. A volte non basta neanche quella, e allora ci vuole proprio culo. Io ce l'ho il culo, dalla parte sbagliata ma ce l'ho. Forse il problema è che ce l'ho in faccia, come diceva De Andrè "troppo vicino al cuore". E sebbene non sia io così, mi ritrovo a fare cose di cui mi vergogno, che la mia timidezza ben celata dietro la maschera dell'ironia mai e poi mai sognerebbe di fare. Insomma ci provo, consapevole che potrei fallire, come è già successo. Anzi, consapevole di un sicuro fallimento, e lo faccio comunque. Non è strano? Avere la certezza di non riuscire, e provarci. Ma questa certezza in fondo chi me la da? Io sono arrivato al punto di non fidarmi di nessuno, neanche di me.
Ho preso una pianta carnivora. Ho preso due piante carnivore. Ho preso due piante carnivore e un gattino. Calma, qualcuno potrà pensare che le due specie non possano convivere. Sbagliato cari bambini. Le piante carnivore mangiano insetti e non hanno niente a che vedere con quelle dei cartoni, dei film d'avventura o della Famiglia Addams. Mangiano solo ed esclusivamente insetti. Però ho chiamato il mio gattino "Mosca", vediamo se vanno in paranoia.
Che fate il primo Maggio? Io non lo so. Non mi va di fare niente, ma alla fine qualcosa si farà. So che non lo passerò con chi vorrei, ma so anche che con chi vorrei è improbabile quanto impossibile. Per adesso me ne faccio una ragione, inutile barcamenarcisi su. Si avete letto bene, barcamenarcisi. Giuro che esiste, non è un refuso!
La vita che vita sarebbe senza errori? Forse una "fita"?

"Sarà che le ragazze con cui esco hanno tutti i mostri sotto il letto, le voci nella testa e fanno il nido in mezzo alla tempesta..."
Giorgio Canali & Rossofuoco "Mostri sotto il letto"

Camminate piano. Ne va della vostra e della nostra vita. Qui da noi, se pesate non aiutate. Qui niente qualità, ci preoccupiamo solo della quantità. La vita va al peso, ogni vostro passo è un macigno per noi. Ogni tuo chilo, per noi è un chiodo di bara.
Noi odiamo gli obesi, sono la nostra rovina. Il comune ha organizzato il 25 Aprile una grande e gioiosa manifestazione, una sagra rinomata in tutta Italia: "La Caccia alla Ciccia". I capi dei rioni più importanti caricano i loro fucili e impallinano ogni centimetro grasso che avvistano su per la città vecchia. Quei panzoni vengono poi appiccati a marcire, fino a che l'aria invisibile non li mangia, e il naturale processo di decomposizione fa il suo dovere in modo da avere sempre le mani pulite, noi. Non siamo razzisti, semplicemente non li vogliamo nel nostro paese, capirete bene che per noi loro sono solo un danno. E' per questo che non esistono pasticcerie nel nostro paese, guai se un purosangue autoctono si riducesse in quello stato. Non vorremmo mai espellerlo, così li trattiamo da piccoli. Niente dolci, solo dolce euchessina. Il più leggero di noi ogni mese vince un premio in denaro. L'anoressia? Basta con questa ipocondria. Il bello è negli occhi di chi si guarda, e noi ci vediamo belli così. E non siamo d'accordo con chi è d'accordo.
Questo discorso per ringraziarvi del vostro voto. Grazie a tutti voi, piccoli esili concittadini.

Il nuovo sindaco Di Bagnoregio

"Giuliano Ferrara non è grasso perchè mangia... è che ri-mangia!"
Roberto Benigni

Ma guarda che sono strano forte. Com'è come non è mi vado sempre a impelagare in queste situazioni da codice penale. Essì, perchè questa è una situazione da codice penale! Ma che ci devo fare? Sono fatto male lo so, mi vado a scegliere sempre la via più tortuosa e inagibile. Ma giuro, non lo faccio perchè devo dimostrare qualcosa a me stesso, perchè mi piacciono le sfide o perchè mi piace rovinare la vita degli altri. Capita, senza che io riesca a controllarlo. Comunque non è questo il problema che mi afflige ora, forse è solo che so già di non avere speranze. Ma mannaggia il fato avverso, quella sbudellata della dea fortuna. Scusate la volgarità ma quando ci vuole ci vuole. Vabbè, qualcuno ha qualche idea? Io niente, buio totale, nisba, nulla, zero, caput! Per carità, non mi sto buttando giù. Tanto io queste cose le affronto sempre con tutte l'ottimismo di cui dispongo. Solo che st'ottimismo è tanto teorico ma poco pratico, non mi sembra serva a molto. Devo passare all'attacco? No ditemi voi, perchè io passo. Passo, non scherzo. No dai, non passo. Tanto sicuro che se lo faccio mi infilano in contropiede. Difesa troppo forte, non posso rischiare. Deciso, facciamo come sempre, giochiamo di rimessa.

"Gli altri segneranno però, che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai!"
883 "La dura legge del gol"

Oggi guardavo il ritaglio di cielo blu sopra il terrazzo. In quel punto le case s'alzavano immobili e nel punto in cui terminavano formavano una cornice di mattoni. Oggi il cielo era particolarmente terso e vivido, e sembrava una finestra aperta nel nulla e nel tutto. Non riuscivo ad abbassare il mento, rischiando il tipico torcicollo da sognatore. Aspiravo la mia sigaretta mentre c'immaginavo di tutto, o meglio, tutto quello che volevo. Che poi non è molto, credo. Chissà se qualcuno guardava il mio stesso cielo oggi. In fondo il cielo è di tutti, anche se oggi solo per un momento me ne sono appropriato, fosse pure qualche metro. Ma so che anche un solo metro di cielo è infinito, così come sono infiniti i sogni che può contenere. Io di sogni non ne ho molti, ma di fantasie non sono avaro. Preferisco fantasticare che sognare, perchè il sogno è effimero e illusorio. Quando sogni, dentro di te speri sempre che quel sogno prima o poi si trasformi in realtà. Vive in te quella speranza, che sarà l'ultima a morire ma lo farà tra atroci dolori. Il bello della fantasia è nel suo essere fantasia e nient'altro. La fantasia vive d'illusioni e muore d'illusioni, quelle illusioni che sono solo ottiche, che non illudono e non deludono. Sai che è irreale ed è questa la sua bellezza, perchè può essere come vuoi tu senza quelle catene che invece legano il sogno alla vita di tutti i giorni. Io voglio essere questo: non un sognatore ad occhi aperti, ma un fantasticatore ad occhi chiusi.

"Finchè sognamo la vita, la vita diventerà un sogno..."
Stevie Wonder "As"

C'è napoletaneità nell'aria. Si può tagliare con un coltello, mentre usi i fendinebbia per fare a fette un prosciutto. A farla breve, ieri al Teatro Olimpico ho assistito insieme ai miei amici alla messinscena di "Bello di papà", l'ultimo spettacolo di Vincenzo Salemme. Molto bello, purtroppo imbruttito da una recitazione così così. Non voglio fare l'Ego spaccapalle (il critico culinario di Ratatouille), anche perchè non ne ho nè il diritto nè la facoltà. Però nel secondo atto è stato un susseguirsi di risate in scena e dimenticanze, un po' strano visto che lo spettacolo è in palinsesto dai primi di Aprile. Insomma, a parte questo è stato esilarante, due ore ben spese con la magia del teatro e gli stilemi della commedia all'italiana (e la verve unica di Salemme). La magia però è stata spezzata pochi minuti dopo la fine dello spettacolo, quando in allegria e spensieratezza abbiamo concluso la serata dallo "Zozzone di Porta Maggiore". Sembra una cosa schifosa, e invece no, è molto peggio.
E visto che c'è napoletaneità, ancora una cosa. Stamattina in Metro (dove ho preso una bella multina, contestabile per fortuna) il mio iPod, come sempre in modalità, random ha tirato dal cilindro una canzone che non sentivo da tempo. Anzi, una canzone che non vedevo, visto che avevo solo il videoclip sul Pc, che ogni tanto rispolveravo, soprattutto in compagnia. Invece oggi me la sono ritrovata sparaflesciata nelle orecchie. "O saaje comme fa 'o core" è una canzone scritta a quattro mani da Pino Daniele e Massimo Troisi durante il loro lungo periodo di collaborazione nella stesura delle colonne sonore di alcuni dei film di quest'ultimo. E' una poesia riadattata, e si sente. E' molto bella e mi ci sono un pò visto. Così, senza presunzione, l'ho leggermente "risistemata" alle mie esigenze, ma più che altro a me.

L'UNA

Tu stive 'nzieme a me
je te guardavo
comm'è succiesso, ammore
ca è fernuto
ma je nun m'arrenn'
ce voglio pruva'.
Je no, je no
'o ssaje comme fa 'o core
je no, je no
quann s'è sbagliato

L'ALTRA

Tu sta 'nzieme a n'ato
je te guard
e primma 'e da' 'o tiempo all'uocchie
pe' s'annammura'
già s'è fatt' annanze 'o core.
A me, a me
'o ssaje comme fa 'o core
a me, a me
quann' s'è annamurato

Non ho mai incollato qualcosa di un altro in questo blog, solo cose mie e qualche piccola citazione. Non prenderò questa brutta piega, promesso, soltanto che questa aveva un sapore particolare.

"Napule è 'na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a' ciorta"
Pino Daniele "Napul'è"

Quando tutto sembra andare di merda arriverà qualcuno che tirerà lo sciaquone e si porterà via tutti gli stronzi che infestano il tuo cammino. Quando tutto sembra rotolare giù dalla scarpata dell'esistenza ci sarà un ramo gommoso (come in Willie Il Coyote) che s'aggancierà al colletto della tua giacca e ti farà rimbalzare di nuovo in pista (e stavolta senza incudine che cade da non si sa dove). Quando tutto sembra dire "No" alle tue richieste d'amore, d'affetto e di caramelle alla fragola, probabilmente non sentirai nessun "Sì", ma se saprai tenere gli occhi aperti vedrai qualcuno annuire in silenzio. Quando tutto è triste e grigio e cupo e ombroso, e sembra proprio che stia per piovere e non ci saranno santi, non consolarti pensando ad un vecchio darkettone zombie che diceva "Non può piovere per sempre"; piuttosto pensa a quanto è bella la pioggia, al suo rumore sui vetri prodotto da miliardi di gocce kamikaze che a ogni pioggia si sacrificano per far rifiorire la vita in questo mondo arido. Quando hai la gola secca, la lingua arida e troppa sete ma non puoi bere, e nessuno sembra curarsene, e tutti ti evitano, e ti schifano e ti ignorano, a quel punto fai un ultimo sforzo, un ultimo durissimo sforzo: tira su quel poco di saliva che ti è rimasta e sputagli addosso a quegli stronzi. Quando il mondo sembra correre più veloce di te, fermati e aspetta. Se è vero che è tondo, prima o poi ripassa da quelle parti.
Quando ti senti troppo sola, guardarsi allo specchio è un buon inizio. Questo si chiama ottimismo cronico.

"Non so se ridere o piangere. Nell'incertezza, rido"
Alfredo Accatino

Davvero non mi va più di scrivere su questo benedetto blog. Non so il perché (e comunque ora sto scrivendo). Eppure tutto gira bene, o almeno non male. Il lavoro va a gonfie vele: l'altro giorno dopo l'ennesima presa per il culo nei confronti di noi dipendenti, ho preso a parolacce il mio capo (a dir la verità una, ma ben assestata). La risposta è stata "Questa è insubordinazione". Insubordinazione? Ma viene da ridere solo a me? Comunque a parte questo oggi dovrebbero darmi una lettera, non minatoria, ma di richiamo. Mi richiamano. Questo sì che è terrorismo psicologico. Rabbrividisco.
Sul fronte casa non va benissimo, ma va. Non so se rimarrò a lungo là dentro, ma fino adesso non è che me la sia goduta così tanto. Vorrei passare il fine settimana lì, magari preparare qualche leccornia per il pranzo domenicale come faceva mia nonna ma purtroppo non ho tempo. Ma la settimana prossima andrò in ferie e cascasse il mondo preparerò qualcosa di gustoso per chiunque vorrà aggregarsi. A scelta tra gnocchi e melanzane alla parmigiana. O perché no, la paizza!
Vedi, non era difficile scrivere qualcosa. Pensandoci bene però, credo di sapere da cosa deriva questa apatia contenta. E' l'abitudine, la routine. E' da un po' che m'accorgo che i giorni s'assomigliano sempre di più, che la mia vita sta perdendo quell'imprevedibilità a cui ero abituato e che mi piaceva un sacco. Trovo molto più noioso questo piattume, questa ruggine che sta intaccando i miei pensieri. Devo dare una sterzata alla direzione che sta prendendo la mia vita. Ce l'ho già in mente e non sarà facile, ma se tutto va bene sarà la strada più bella che potrò percorrere.
Quando il film della tua vita ti sembra stia per finire, tranquillo. Se è stato un successo, qualcuno ha già pronto il sequel.

"Sono stato accusato di volgarità. Io dico che è una stronzata"
Mel Brooks